BLOG dei CIRCOLI DI LETTURA


PRE.MIO Biblioteche di Roma. Il premio dei lettori
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LEFT/ScrittoriNonPerCaso: la filastrocca di Alice



LEFT/ScrittoriNonPerCaso: la filastrocca  di Alice
PoetiNonPerCaso con
Francesco Burroni
Rubrica a cura di Paola Gaglianone

Alice chi?
di Francesco Burroni


Vi sembra felice
il mondo di Alice?
 Se ci vuoi andare
sai come fare?

Così istantanea
mi sorge spontanea
un’altra inquietante
domanda intrigante.

Chi è mai quest’ Alice
di cui qui si dice?
Sarà forse quella
d’ una nota storiella
che appena attraversa
lo specchio è immersa
in un mondo incantato
dov’ è festeggiato
ogni giorno dell’anno
un non-compleanno?

O è un film importante
dove in un ristorante
degli anni sessanta
si fuma e si canta
tra figli dei fiori?
O è il De Gregori
di quella canzone
e l ’Alice in questione
(che lui ama da matti)
resta lì e guarda i gatti?                        

O chissà questo nome

(che è senza cognome)
vuole significare
solo un pesce di mare
una specie d’acciuga
che sta sul bagnasciuga?

Già nell’aria si spande
l’eco delle domande...
Quanti volti sconvolti
per i dubbi irrisolti...!
Quanti interrogativi...!
Non per esser cattivi
però io la risposta
me la tengo nascosta.

Come Ovidio e Orazio
ho problemi di spazio
e oramai mi tocca
finir la filastrocca
che le mille battute
me le son già fottute.
                                                                BIOGRAFIA                                                                                                    
Francesco Burroni nasce a Siena nei primi anni ’50 e sballotta i suoi 194 cm principalmente tra la Torre del Mangia e il Colosseo e dove la polvere del palcoscenico via via lo sospinge. Attore, autore e insegnante di teatro, da una ventina d’anni dirige in Italia il progetto legato al “Match d’improvvisazione teatrale®”. Partecipa sovente alle disfide poetiche in versi della tradizione popolare toscana e laziale. Ha recentemente pubblicato “Bestiario senesefilastrocche in vernacolo toscano.

COMMENTO
I bravi giocolieri sono di vario tipo: quelli che ipnotizzano il pubblico con movimenti lenti,voce suadente fino a cancellare i contorni dello spazio e del tempo e quelli che invece con gesti rapidi, accavallati mischiano tutto e tirano fuori il coniglio dal cappello dopo una girandola di mosse che si negano a vicenda.

Per scrivere belle filastrocche bisogna essere bravi giocolieri: usare le parole per cullare il lettore fino all’incantesimo o mischiarle velocemente nel cappello facendole apparire sempre nuove e diverse. Qui Francesco Burrone si dimostra un  bravo giocoliere di questo secondo tipo: gioca con la palla che qualcuno gli ha lanciato e la rilancia tante volte fino a che il pubblico non sa più qual era la mossa di partenza e neanche se era giusta. Chi si aspettava di entrare con lui nel mondo  della favola per ricavare la formula della felicità viene subito spiazzato e non sa più nenche qual è la porta da aprire: quella fantastica di Alice nel paese delle Meraviglie, quella sentimentale di Alice nella Canzone di de Gregori, quella sofferta di Aliceche non abita più qua” del film di Scorzese, o addirittura quella disegnata nei fondali marini e attraversata da un branco di luccicanti piccole alici veraci ?

Come dire che i mondi di Alice sono tanti, più o meno magici,più o meno nobili,più o meno divertenti e non esiste una formula per entrare in tutti. E i dubbi che nascono sono numerosi. Il giocoliere ce li lascia immaginare (sarà più felice il mondo marino di un tranquillo piccolo pesce o quello un pò pasticciato  della meravigliata Alice? O forse quello con l’happy end dell’Alice del film americano?). La risposta si può trovare, anzi il nostro giocoliere dice di averla, ma non ce la dice e la colpa non è sua, ma di chi gli ha dato  lo spazio contato per rispondere.
 
Una questione così complessa non può essere liquidata in mille parole e gli sono servite tutte solo per la spiegazione. Così noi restiamo a bocca asciutta e lui ci fa un gran figurone. Questo significa essere bravi e saper trovare il modo giocoso per dire che è meglio non parlare di felicità perché si rischia di semplificare il complesso. Grazie Francesco per averci messo a disposizione questa vena creativa allenata con il teatro. Sono proprio curiosa di sapere come commenteranno questa poesia i lettori delle Biblioteche di Roma sul blog: http:/blogs.dotnethell.it/premiobibroma/.

                                                       NUOVO INCIPIT
Inviate a scrittorinonpercaso@gmail.com la prosecuzione di questo incipit in circa 2000 battute,inventando in piena libertà un racconto ironico, drammatico, sentimentale, avventuroso o poliziesco. Ne selezioneremo uno da pubblicare nella nostra rubrica.  
                                                     
                                                        LA LETTERA         
Girava e rigirava quella lettera tra le mani come se le parole scottassero. Si sedette e respirò forte cercando di trattenere quello strano miscuglio di riso e di pianto che montava in gola …
Categoria: BiblioCompetition
venerdì, 03 nov 2006 Ore. 10.48
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