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PRE.MIO Biblioteche di Roma. Il premio dei lettori
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LEFT e Poetinonpercaso


Left e Poetinonpercaso
 
Rubrica a cura di Paola Gaglianone
LEFT 39/40 - 13-19 ottobre 2006 

1) La poesia di Antonio Covatta

“Il Tempo" mi avvolge
come un vento leggero
sta sopra un cappotto del '63
è molto efficace e protegge davvero
è come un piumone, però "faidate"
 
Andavo a cavallo, tiravo con l'arco
avevo una villa con tre camerieri
adesso sto solo e vivo nel parco
e, a dire il vero, ci sto volentieri
 
La macchina nuova, il vestito firmato
i club esclusivi per poche persone
son stili di vita che ho abbandonato
mi sento assai meglio a fare il barbone!

                                                                     
                                                           Biografia
Antonio Covatt
a nasce ad Ascoli Piceno all’inizio degli anni ’60, a causa di errati calcoli del metodo Ogino-Knaus, all’età di 4 anni, guardando in tv le gemelle Kessler, ha la sua prima erezione e decide di trascorrere la sua vita nel varietà. Esordisce nel Cabaret al Club Instabile di Genova nell’82, ma , nell’86, conseguita una laurea in scienze politiche dietro minacce fisiche dei genitori, decide di trasferirsi nella capitale, dove impara a conoscere frasi tipo “Il dottore è fuori stanza”, “le faremo sapere” o “ce penso io”. Partecipa ad una “modica quantità” di show televisivi e scorrazza per la penisola con il suo show “Il giro del mondo in Covatta giorni”. Il suo cabaret è un succedersi scoppiettante di battute e citazioni musicali, che mettono alla berlina il mondo dei media, della pubblicità, e della cronaca (compresa la nera, alla quale  dedica alcune gustose parodie).

                                                           Commento
La leggerezza, la vita vista “ a testa in giù” si accordano bene con il genere filastrocca che, per sua natura, invita al gioco di parole, al nonsenso che acquista senso. Qui l’equivoco è giocato sulla parola “tempo” che, spogliata  con ironia dai suoi significati metafisici diventa più banalmente il giornale con cui il barbone cuorcontento cerca di coprirsi per ripararsi dal freddo nella sua vita vagabonda.
Ma Il Tempo giornale, da piccolo e banale oggetto di conforto diventa senza enfasi anche
Tempo della memoria, che  fa ricordare una vita piena di comfort, abbandonata con grande soddisfazione. E così il nostro vagabondo burlone, avvolto doppiamente nel Tempo, quello cartaceo e quello dei ricordi si gode saggiamente il suo presente di libertà, leccandosi i baffi per questa sua vita “fai da te”, che ai club per pochi preferisce un parco da solo,che non sa però di solitudine.
Gianni Rodari avrebbe detto che Antonio Covatta ha saputo usare un bel gomitolo di parole, partendo dal Tempo come bandolo della matassa. Bravo e speriamo che continui a giocare con noi.
                                                                                                          

2) La poesia di Livia Bidoli

Il tempo mi avvolge                                                       
come un vento leggero,
poi con mutevole onda                                                    
si impenna su impulsi divini.
Quel tempo che strazia e contorce,
avviluppa e imprime la fronte
di perle trasparenti ed amare,
che gioisce di noi
e stempera gli animi
in  sorsi di gloria,
dove lo sguardo si perde
specchiando  se stesso.


                                                       Commento
Ritmo, metafore, nessi nascosti sono gli ingredienti da miscelare bene in una poesia. Qui ci siamo: la mutevole onda del tempo ci cattura nei suoi gorghi e ci trascina verso il basso e poi verso l’alto, in vortici di perle amare e di  ritrovata “gioia di sé”. Per Livia il Tempo è fatto di impulsi divini che a noi fanno pensare al mistero del  passato che torna all’improvviso, del futuro che si prefigura lucido, alla dolcezza del ricordo e al desiderio del domani. Ma non c’è solo questo nel vortice del tempo: è divina anche quell’onda che “strazia e contorce”, che ci restituisce relitti che forse avremmo preferito disperdere. Ma alla fine stanchi ,naufraghi, ci mettiamo in salvo dai marosi grazie a quei sorsi di gloria, che ci dissetano e ci restituiscono la forza di specchiarci.
In tutte le poesie se sappiamo leggerle c’e’ un racconto: qui inizia con il nostro perderci nel tempo e finisce con il nostro ritrovarci.
Grazie a Livia per averci mandato questa poesia  e speriamo che i nostri incipit continuino ad ispirarla.
Siamo curiosi di conoscere su queste poesie il parere dei lettori delle Biblioteche di Roma (in genere molto più severi di me), che potremo leggere sul blog.

                                                       Biografia
Sono Livia Bidoli, vivo a Roma occupandomi di uffici stampa per attività culturali. Mi piace scrivere, ma anche molto leggere. Coordino il gruppo di lettura della Biblioteca e le attività di Biblioinglese della Biblioteca “Rispoli” del Comune di Roma e sono una accanita collezionista di aforismi letterari.
                                                                 

                                                       Nuovo incipit
Visto che le  la poesia ha avuto successo, sull’onda delle rime di Antonio Covatta esercitiamoci
sulla filastrocca,continuando con massimo 1000 battute questo incipit:

                                                       Vi sembra felice
                                                       il mondo di Alice?
                                                       Se ci vuoi andare
                                                       sai come fare?

 
Inviateci la vostra continuazione, con allegata breve autobiografia e foto a: 
                                                 scrittorinonpercaso@gmail.com
e pubblicheremo la migliore selezionata nei prossimi appuntamenti.
                            
Categoria: BiblioCompetition
domenica, 15 ott 2006 Ore. 16.58
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