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Blog di un ingeformatico
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Iomega eGo e BlackBelt, due hard disk stilosi

Se è vera la consuetudine che a Natale un bancario si regala, o riceve, un cravatta, quale è il regalo “anti-sbaglio” per un informatico?

Ovviamente un hard disk esterno, un aggeggio che serve sempre, e che ha la capacità di riempirsi in tempi sempre più brevi.

Per il Natale 2010 mi sono orientato su alcuni prodotti Iomega, garanzia di una certa qualità e in questo caso anche dotati di uno stile un po’ fuori dal comune.

 

Questa è la lista dei 3 prodotti che mi sono concesso:

 

·         Iomega eGo BlackBelt Portable HD USB 2.0 1 TB

·         Iomega eGo Portable HD USB 3.0 500GB

·         Iomega USB 3.0 Express Card Adapter

 

 

Cosa hanno di particolare?

Il primo, il BlackBelt, la notevole capacità (per un hard disk esterno autoalimentato da 2,5 pollici) di ben 1 GB.

Il secondo l’eGO USB 3.0, di essere proiettato verso il futuro, in quanto dotato di interfaccia USB 3.0 (che, ricordo, moltiplica per un fattore 10 la velocità di trasferimento dati di un normale porta USB 2.0).

Il terzo, l’adapter Express Card, beh veniva a gratis, e comunque è utile per portare i benefici della versione 3 dell’USB anche in portatili non ancora dotati di questa interfaccia, ma perlomeno attrezzati con una porta appunto di tipo Express Card.

Qua la pagina delle caratteristiche,  con i prezzi compresi.

 

Il mio da 1 TB ho provveduto subito a partizionarlo in due unità da circa 500 GB ciascuna, più comode da gestire quando lo spazio è così abbondante.

Il funzionamento è perfetto: viene subito riconosciuto da Windows 7, e così appare nel mio file system dopo averlo partizionato ed avendogli assegnato delle opportune label.

La copertura in gomma risulta comoda e pratica. Non copre tutta la superficie dell’hard disk, ma agendo sui punti critici – spigoli e lati – lo protegge per la stragrande maggioranza dei possibili eventi accidentali.

Inoltre conferisce una forte aderenza quando è appoggiato alla scrivania (è praticamente impossibile farlo scorrere).

Tale membrana si può anche staccare, naturalmente, nel caso lo si volesse pulire dalla polvere o dalle impronte digitali. A proposito di impronte, data la superficie nera lucida del BlackBelt, ne resteranno impresse un bel po’. Forse un tipo di materiale meno sensibile e lucido avrebbe giovato all’appeal del prodotto (non fa mai una bella impressione una superficie nera lucida piena di impronte digitali).

Anche la presa micro Usb risulta un po’ scomoda da “beccare”, dato che è quasi annegata dalla gomma protettiva.

L’attacco di tipo Usb 3.0 è ancora, se vogliamo, più difficile da inserire “al volo”, essendo la sua conformazione piuttosto sottile e sagomata.

 

Formattandolo approfonditamente ho riscontrato un certo riscaldamento – forse superiore alla media - ma non tale da pregiudicare la resistenza della gomma (nessun pericolo che fonda!).

Il design è invece azzeccato, e lo distingue con sicurezza da tutti gli altri hard disk da 2,5” in commercio.  

 

I due hard disk, agendo con tecnologie di rete diverse (Usb 2.0 e 3.0), hanno connessioni diverse.

Nell’immagine qua sotto, a sinistra lo Iomega eGo da 500 GB con connessione Usb 3.0, mentre quello nero a destra (il BlackBelt) ha la consueta presa tipica degli hard disk esterni di tipo Usb 2.0.

Bisogna ricordarsi, quindi, nel caso li si voglia portare in giro, di dotarsi del cavetto giusto (e di non fare come me, che mi sono portato dietro l’hard disk nero con il cavetto di quello argenteo, che ha l’attacco diverso).

Dalla foto si vede, come detto, la discreta “incassatura” di tali porte.

 

Per quanto riguarda il software di criptazione, qua sotto una schermata per la configurazione dell’hard disk, che appare la prima volta che si decide di proteggerne il contenuto.

 

Tutta la procedura si traduce nell’inserimento di una password all’atto della criptazione dell’hard disk.

Ho notato però qualche piccola imprecisione sia nel layout delle schermate che nella traduzione dei termini.

Ad esempio qua sotto si vede come alcune parole risultano tranciate.

 E quando inizia la formattazione, questa viene tradotta come “Formato”.

 

 Da una azienda seria come Iomega non mi aspettavo delle traduzioni così grossolane.

L’importante, comunque, è che il software funzioni, e questo accade, fortunatamente. 

 

Il mio attuale portatile non dispone di porta Usb 3.0, e nemmeno di porta Express Card.

Quello che ogni tanto uso per lavoro, però, ha quest’ultima, ed in questo caso brilla per la sua utilità l’adapter della Iomega.

 

Come si vede ne mette a disposizione 2, giusto per assicurarsi un certo margine non appena il numero delle periferiche USB 3.0 inizia a crescere.

Di questi prodotti, come sempre più spesso accade, YouTube ci fornisce diversi video dimostrativi, sia realizzati dalla Iomega stessa che da privati (la maggior parte, è chiaro).

Qua sotto un’immagine tratta da uno dei video “istituzionali”, che mi paiono anche ben fatti e piacevoli da vedere.

 

A questo altro link, sempre su YouTube, è possibile trovare una serie di video dimostrativi dedicati agli hard disk di questo tipo.  

Per concludere posso dire che questi due hard disk sono molto comodi, dal funzionamento perfetto, dal prezzo onesto, e dal look originale e azzeccato.

La parziale copertura di gomma, ovviamente, non può fare i miracoli. Diciamo che permette di salvare l’hard disk nel caso lo si appoggi sulla scrivania con una certa noncuranza, ma non certamente lo salva dalle cadute accidentali (non ho fatto la prova, lo ammetto).

Di sicuro, per un informatico, sarà un regalo più che apprezzato, e con questa marca si va sul sicuro.

Categoria: Tecnologia
venerdì, 17 dic 2010 Ore. 10.13
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