Ok, ora svilupperò un pensiero che in pochi condivideranno. Un'intuizione che voglio assumere come vera, anche se poi nella realtà di previsioni vere non se ne possono fare.
Come prima cosa partiamo da un presupposto storico: l'economia precedente all'industrializzazione era basata sui prodotti locali, e sul consumo locale che di questi si faceva. Le aree un po' più ricche erano quelle che potevano sfruttare il commercio di beni provenienti da molto lontano, riservati ad una minoranza o comunque venduti a caro prezzo.
Con l'industrializzazione si è passati ad una sovrapproduzione che ha permesso prima la nascita di grandi agglomerati urbani nei pressi delle fabbriche (evoluzione del commercio locale), e poi una massiccia esportazione verso zone lontane (il commercio di beni importati nelle zone ricche si è invertito in esportazioni massicce verso le zone periferiche).
Tutto questo è stato poi modificato dall'avvento di mezzi di trasporto veloci ed efficaci, tra cui l'automobile personale è quella che più ha cambiato le società moderne evolute. L'economia locale ha perso d'importanza e le persone hanno cominciato ad abbandonare i centri urbani, seguite poco dopo dalle stesse industrie pesanti trasferite in zone periferiche meno urbanizzate.
L'ulteriore sviluppo di questa economia è stato dato dai mezzi di comunicazione di massa come tv e telefono, che hanno permesso alle informazioni di essere esportate e "Globalizzate" invertendo nuovamente il flusso del mercato in una nuova importazione di prodotti da paesi "poveri" verso le zone ricche.
Riassumendo:
Economia locale + Industrie = Grandi città + Esportazione + Economia locale
Economia locale + Automobile = Periferie urbanizzate + Importazione verso le città + Economia distribuita tra locale e globale
Economia locale + Automobile + Telecomunicazioni = Suddivisione in zone produttive e zone residenziali + Esportazione delle conoscenze - Industrie nell'economia locale + importazione di prodotti.
In pratica vi sono due forze economiche contrastanti: quella dell'industria di massa (accentratrice) e quella delle telecomunicazioni (decentratrice). Due poli opposti che convivono grazie alla mobilità data dall'automobile che tiene collegato il mercato globale a quello locale.
Questo mi ha convinto che l'economia dei paesi "Ricchi" degli ultimi 100 anni sia stata fondata sulla diffusione e sulla disponibilità dei veicoli a motore personali.
Non importa quanti giacimenti di metalli preziosi o petrolio ci siano in un paese: la forza della sua economia è data dalla diffusione tra la popolazione dell'uso dell'automobile e delle infrastrutture ad essa collegate.
Questo spiegherebbe perchè l'automobile è rimasta simile a se stessa per quasi 100 anni e tutti i governi hanno sempre la priorità di salvare questo tipo di fabbrica e di produzione.
L'automobile è l'amplificatore sociale della produzione e del consumo (anche energetico). Costi, manutenzione, traffico, inquinamento, infrastrutture, multe, incidenti, trasporti, vacanze e gite, commercio e attrazioni, rapporti personali... tutto si basa sulla mobilità del cittadino.
Fintanto che le automobili viaggiano, l'economia viaggia.
Se non che... dagli anni 2000 ha cominciato a svilupparsi un "cancro" in grado di contrastare efficacemente l'automobile e i suoi effetti. Dapprima potenziando il peso delle telecomunicazioni a discapito dell'industria di massa, ma poi modificando radicalmente anche le stesse comunicazioni di massa, fondamentali per mantenere un giusto controllo sui consumi.
Tale disastrosa applicazione prende il nome di internet e recentemente telelavoro. I pc sono in grado di gestire funzioni lavorative in modo sempre più autonomo e remoto. I sevizi si possono ottenere comodamente a casa senza doversi fisicamente spostare, e anche le relazioni sociali hanno bisogno sempre più di chat e meno spostamenti in auto.
Se internet dovesse prevalere sull'automobile avverrebbero drastiche riduzioni dei consumi e quindi della produzione. Il mercato locale tornerebbe nuovamente indispensabile, integrato da una importazionedi pochi prodotti particolari. Se ci fossero ancora le industrie pesanti forse si tornerebbe a un'economia ottocentesca simile a quella precedente l'automobile, ma ormai le industrie nei paesi sviluppati sono state trasferite, e con la globalizzazione sono sempre meno paesi "non sviluppati" verso i quali esportare.
L'economia potrebbe quindi tornare al medioevo: si consuma in loco ciò che si produce in loco, importando dalle zone vicine solo ciò che manca.
Ora non resta che sperare che questa idea "Medioevale" di economia, applicata ai giorni nostri, dia risultati più virtuosi di quella che costringeva i nostri avi a farsi la guerra in casa piuttosto che esportarla a migliaia di chilometri di distanza.