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BiblioPoesia: Anna Achmatova

       
Poesia al femminile

 
La poesia come rischio nella scrittura femminile del Novecento: capacità affabulatoria e sentimento della diversità.
Terzo appuntamento dedicato alla poesia femminile ed ad Anna Achmatova in particolare. 

Poesia dell'accettazione e della rinuncia. Anna Achmatova

Capostipite emblematica di questa poesia è sicuramente Anna Achmatova (1889 – 1966). Essa esprime alla perfezione l’immagine convenzionale, spesso rinunciataria, di una donna che, quando si trova ad essere lontana dal suo uomo, si vive come priva di senso e di personale autonomia, in un'attesa paziente, ma anche passiva, di eventi  che valuta di non poter né saper dominare. A conferma di ciò si vedano i versi: 

                                    “… Ansimando gridai: Tutto è stato uno scherzo.
                                                 Se te ne andrai morirò
.”
                                 (da “Strinsi le mani sotto la scura veletta”).

                                            "E' molto semplice e chiaro,
                                               comprensibile a tutti:
                                            non mi ami, non ne dubito
                                               né mai potrai amarmi:
                                            perché dunque un estraneo
                                              in tal modo mi attira?

                                               Perché lascio il compagno
                                                  E il ricciuto bambino,
                                                 la città che amo tanto
                                        per aggirarmi, mendicante oscura,
                                         nelle vie di una città straniera?

                                   
                                             "Non mandarmi un colombo,
                                            non scrivere lettere inquiete
                             non soffiarmi nel volto come il vento di marzo.

                               Come un grigio scoiattolo balzerò su un ontano,
                                       correrò come una donnoletta pavida,
                                       comincerò a chiamarti cigno,
                                       perché lo sposo non abbia paura
                                      nell'azzurra mulinante neve
                                      di aspettare la fidanzata morta
."
                                                     (da "All'amato")

Come pure:
                          “T’allontanasti, e di nuovo nell’anima
                             deserto e chiaro si fece
                             e sapere che tutto è perduto,
                             che la vita è un maledetto inferno!”
                             (da “In una notte bianca”).                                       

Come si è visto domina una staticità apatica e una remissività senza speranza, una costretta volontà a non cambiare il proprio destino, anzi, ad accettarlo e subirlo, caricandosi di vani sensi di colpa, in nome di un malinteso valore del sacrificio, della "virtù" della fede, della rassegnazione, della modestia, del ruolo della famiglia intesa come nucleo portante di una società rigidamente ordinata sul rispetto della tradizione e della morale cattolica, dispensatrice di sensi di colpa.

In una parola, domina su tutto, l’accettazione, sia pure venata di amaro, dell’ineluttabilità di un destino, inserito nell'immodificabile  ciclo nascita-riproduzione-morte.

Luciana Cianfanelli
 
Biografia
Anna Andreevna Gorenko nacque a Bolschoj Fontan, vicino a Odessa, nel 1889.
Visse a Pavlosk, poi a Tcharskoje Selò, vicino a Pietroburgo, poi a Kiev e Pietroburgo dove studiò seguendo i Corsi Superiori Storico - Letterari di Raev.
Nel 1910 sposò il poeta Nikolaj Gumilev, che fu il fondatore con Sergej Gorodeckij della Corporazione dei poeti.
La sua prima poesia, firmata ancora 'A. Gorenko', viene pubblicata nel 1907 sulla rivista parigina "Sirius".
Nel 1912 viaggiò in Italia e pubblicò il suo primo libro di poesie con il nome Anna Achmatova: "Sera". Poi pubblicò "Rosario", "Stormo Bianco", "Anno Domini 1921".
Divorziò da Gumilev, da cui aveva avuto il figlio Lev; si risposò con l'assiriologo Vladimir Silejko, e dopo il secondo divorzio, con lo storico dell'arte Nikolaj Punin.
Dopo un lungo silenzio letterario nel 1940 pubblicò una raccolta di poesie scelte: "Dai sei libri". Durante la seconda guerra mondiale visse a Taschkent. Tradusse molte poesie di Leopardi in russo. Negli ultimi anni di vita visitò Roma e la Sicilia, dove le venne conferito il premio "Etna Taormina". Nel 1965 ricevette la laurea "honoris Causa" dall'Università di Oxford. Morì a Domodedovo, presso Mosca, nel 1966.

Links:
http://annaachmatova.altervista.org/
http://www.larici.it/culturadellest/letteratura/achmatova/index.htm
http://www.google.com/Top/World/Italiano/Arte/Letteratura/Autori/A/Achmatova,_Anna/
 
Note: il dipinto è di Nathan Altman. 

Categoria: BiblioPoesia
mercoledì, 02 ago 2006 Ore. 01.43
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