E' finita.
Ancora cerco il Samsung in tasca per metterlo in carica e ancora ho la sveglia puntata alle 8 perché potrei fare tardi domattina.
Il mio tavolo ospita una tazza multicolore, una spina multipla con su scritto "Ester", un camaleonte pupazzo di Novell, dell'improbabile cioccolata olandese ormai monoblocco. Caramelle vecchie e penne brandizzate che non scrivono più. Sulla scrivania cuffie che non dovranno rientrare a casa nei weekend e un solo mazzo di chiavi nella tasca della giacca.
Tornando a casa mi sono soffermata ad annusare profumi che mi ricordano ciò che sto lasciando alle mie spalle.
Ho faticato a trattenere una lacrima. (Non ce l'ho fatta)
Dopo 5 anni uno sguardo che in silenzio dice mille cose e un abbraccio durato troppo poco ti ricordano che stai lasciando tanto.
Son cresciuta, ho imparato e ho sbagliato.
Magari un giorno mi pentirò di questo, o sarò orgogliosa del coraggio che non ho mai lesinato in 30 anni di vita.
Per ora ho solo una certezza: non ho lasciato nulla di intentato, tutto quello che c'era da vivere l'ho vissuto.
Chi ha voluto sprecare del tempo per egoismo o per capriccio ha fatto la propria scelta. Il mio è stato pieno, vivo.
Tra pochi minuti sarà 1°maggio, festa del lavoro.
Buona festa.
Io quest'anno passo.