Non credo nel denaro che fa la felicità.
Non credo nel lavoro e nella meritocrazia. Non più.
Credo nella mia dignità, che mi fa portare avanti con impegno anche ciò che non mi renderà né ricca né famosa.
Non credo più nei sogni, svaniti negli anni, assieme ai colori, all'ingenuità, allo stupore delle scoperte.
Non credo nei potenti, perché non più valorosi.
Credo invece nell'onore, nel coraggio, nelle storie di sacrifici che condivideva con me il nonno.
Amo i ricordi, tengo buoni quelli belli, quelli cattivi li chiudo nel cassetto di cui butto la chiave in un posto che purtroppo ben ricordo.
Non credo in un dio, né nel Big Bang.
La fortuna, no, nemmeno in essa.
Credo nel Caso, che regola ogni istante.
Credo nell'impegno e nella caparbietà che ci si mette nelle proprie azioni.
Nell'amicizia non ho mai creduto molto. Tante ferite, tanti errori, a cominciare da me che ho scelto spesso male.
Oggi sto decidendo se buttarla nel mucchio di ciò in cui non credo più davvero.
L'affetto disinteressato, esiste, credo in esso, credo che solo la mia famiglia possa darmene sempre, all'infinito. E riceverne altrettanto.
Credo nell'amore. Non raro, unico.