Pedalo tra i campi e la nebbia, le luci soffuse che si perdono in raggi vaporosi.
Pedalo e c'è buio e silenzio.
Distratta lascio sfilare le auto che lentamente mi sorpassano rare.
Il fossato che costeggia la strada è buio, profondo, immobile.
La luce del fanale crea piccoli fasci bianchi.
Il silenzio mi accompagna.
Lascio dietro di me, dietro la nebbia e una timida luce, ciò che è stato. Ciò che è andato.
Il giorno è passato, le occasioni svanite, le cose nuove imparate. Sono tutte lì dietro di me.
Pedalo, muta, e le sento essere sempre più lontane.
Ci sono le cose che avrei voluto fare ma che non ho potuto, quelle che non avrei voluto ma ho dovuto, quelle che avrei dovuto ma non ho avuto tempo. Sono con quelle che ho fatto perché volevo, perché potevo, perché dovevo.
Le foglie sul ciglio rilucono immobili.
Ho le mie cose, le mie ruote, le mie carte e il mio cuore. Ho la nebbia che mi avvolge.
Ho la mia Vita che mi attende oltre quei banchi.