Ci sono 2 argomenti in ballo stasera, sui quali rimugino, e fino a qualche minuto fa non sapevo se fare 2 post o meno.
Erano in nomination la delusione profonda che sanno darti persone di cui ti fidavi davvero molto e l'ebbrezza della migrazione di un server LANDesk via VPN negli USA.
Ha vinto la seconda, perché la prima è una cosa che mi sta portando solo malessere in questi giorni e probabilmente ne sto procurando almeno un po' alle persone che mi circondano. Quindi basta e avanza.
Pertanto vi parlerò di uno dei lavori eseguiti oggi: una migrazione di un server LANDesk 8.7 a un 8.8, fatto via VPN su due macchine negli Stati Uniti.
Non è la prima volta che lo faccio, nè è la prima volta che lo faccio via VPN. Eppure l'essere a New York piuttosto che a Forlì mi metteva addosso una agitazione tremenda.
Fatto sta che m'era passata la fame (ho saltato la pausa pranzo) e quando ho riconsegnato il server nuovo nelle mani del collega che lo ha terminato gli ho detto "Ho finito. Ora è tutto tuo". In effetti suonava troppo da telefilm americano (era in tema?!) e chissà perché vedevo scene di agenti della CIA che dopo aver sgominato la banda di terroristi nell'ambasciata lasciano i lavori di routine agli agenti di polizia, o come il Top Gun che ha riportato sano e salvo il jet sulla portaerei lasciandolo poi nelle fidate mani dei tecnici.
Alla fine dell'opera, quando mi son decisa ad andare a comprare qualche schifezzina per premiarmi, avevo i brividi.
Li avevo più a lavoro finito che non durante uno delle decine di reboot...vammaccapì!
Ma ne avevo già parlato? Mi sa di si, c'era un post che si chiamava
Rebooting Abroad, vero?
Vero.