Voglio una città blindata

Treviso - Sul tema della sicurezza i trevigiani sono molti attenti. A fine febbraio del 2004, e precisamente il giorno 27, mi è capitato di assistere ad una seduta del Consiglio comunale di Treviso dove, in seguito ad un’interrogazione di un consigliere leghista, il vice sindaco Giancarlo Gentilini affermò che per arginare il fenomeno dell’accattonaggio e fronteggiare la delinquenza, aveva inviato diverse lettere ai “ministri romani” per chiedere il rientro in Italia delle nostre Forze Armate che operano nelle varie missioni di pace. Secondo l’avv. Gentilini i militari italiani devono essere impiegati per blindare le città, come quella di Treviso, in modo da garantire l’incolumità e la sicurezza dei cittadini. Nulla di nuovo! Gentilini non si smentisce. In quell’occasione restai però dispiaciuto per il comportamento assunto dal sindaco Gianpaolo Gobbo che, invece di parlare, si chiuse in un silenzio molto profondo, e perse così l’ennesima occasione per pronunciare un discorso serio sulla questione della sicurezza dei cittadini. E’ vero che Gobbo deve soprattutto a Gentilini la sua poltrona di primo cittadino, ma per quanto tempo dovrà subirne “l’oppressione” e il soffocamento? Quanto tempo ancora i trevigiani dovranno aspettare per avere un sindaco capace di assumersi le proprie responsabilità dicendo cosa pensa e come intende governare? E in questo contesto è d’obbligo augurarsi che alle sedute consiliari i cittadini trevigiani mettano un po’ da parte gli affari delle proprie ditte così da partecipare alla vita pubblica, e questo anche perché non pochi elettori dovrebbero ascoltare con i propri orecchi certi discorsi che si fanno nella maggiore assise cittadina per poi, a tempo debito, poter valutare e scegliere i propri amministratori in modo più consapevole. [Carlo Silvano]

Categoria: Racconti

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martedì, 18 apr 2006 Ore. 13.46

Carlo Silvano

Voglio una città blindata

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