Treviso - Quando si parla della Marca trevigiana si pone subito l’accento sul suo miracolo economico, mentre si fa fatica a pensare alla terra del fiume Sile per la sua ricchezza missionaria. Tantissimi, infatti, sono i trevigiani – sia uomini che donne, sia laici che consacrati – che sono disseminati un po’ in tutti i continenti per contribuire alla crescita sociale e spirituale di popolazioni che vivono in povertà e abbandono. Un modello missionario, quello sorretto dalla Diocesi di Treviso, che altre realtà ecclesiali italiane dovrebbero imparare ad imitare, è la missione presente a Fianga, nel Ciad, dove operano laici e preti trevigiani.
L’azione pastorale dei missionari sta incidendo nella società locale e nella notte di Pasqua del 2004 è stato amministrato il sacramento del Battesimo a cinquantacinque adulti che liberamente, dopo un itinerario di fede durato dai tre ai quattro anni, hanno deciso di abbracciare la fede cristiana e di testimoniarla in un Paese dove è presente anche una forte componente musulmana, oltre a quanti seguono la religione tradizionale. Il fatto, poi, che il Battesimo venga richiesto anche da tanti giovani indica che la fede cristiana è diventata, oramai, una significativa realtà del luogo.
A parte la missione a Fianga c’è un'altra realtà che va valorizzata e promossa: nei giorni 15-17 ottobre 2005, nella città di Myrtleford, si è svolto il VII convegno dell’Associazione dei trevigiani che vivono in Australia, e in questa occasione il Vescovo di Bendigo, Giuseppe Gereh, intervendo ha riconosciuto agli immigrati di origine trevigiana il merito di aver offerto un grande contributo per la diffusione del cattolicesimo in questa nazione. Le parole di mons. Giuseppe Gereh non erano di circostanza, in quanto in quella terra la presenza di immigrati provenienti dalla gioiosa Marca è davvero significativa.
E così mentre a Treviso si dibatte tanto, e tante volte inutilmente, sulla presenza o meno del Crocifisso nei luoghi pubblici, in altre realtà – e grazie all’impegno e alla fede di tanti trevigiani –, ci sono persone che si avvicinano al credo cristiano e non hanno paura o vergogna di definirsi cattolici. [Carlo Silvano]