Recensione di "Violenza del virtuale e realtà integrale" di Jean Baudrillard
L'avvento sempre più imperante e penetrante della
multiforme realtà virtuale dei mass media ha provocato
la scomparsa e la desertificazione della realtà fino a sostituirla con
l'ingannevole iper-realtà, ovvero una perfetta
simulazione mediatica o virtuale
della realtà che prende il posto del reale in quanto
il falso iper-reale sembra più vero dell'autentico.
In questa 'prigione' artificiale
il virtuale assume caratteristiche violente perché
rende integrale il reale in quanto tutto viene come dire
'sterilizzato' all'interno di un'informazione interattiva omologata e preconfezionata secondo una
logica comunicativa chiusa e priva di senso critico. Nella realtà integrale viene
annullato il senso estetico delle cose, ogni forma di
trascendenza umana, di
riferimento simbolico,di apertura dialettica o
immaginazione individuale.
Il rapporto con il virtuale è direttamente presente in ogni istante o espressione della vita perché
non v'è alcuna differenza tra quello che accade dentro o fuori lo schermo televisivo, come avviene per esempio
nei reality show in cui il reale viene presentato proprio nella sua forma
più semplice e banale, vale a dire in un
versione integrale, appunto. Si entra e si esce dalla televisione senza alcuna differenza perché
non c'è più niente da differenziare o da negare. Come sostiene
Baudrillard: "
Se il pensiero non si scambia con la realtà, allora la sua negazione immediata diviene il solo pensiero della realtà".
Non abbiamo nessuno universo parallelo su cui poter esprimere la nostra alterità con la tragica conseguenza di
sentirci mummificati e disillusi in un deserto (realtà integrale) in cui il
miraggio (realtà virtuale) è talmente reale da non riuscire più a comprendere
se sia falso il deserto o il miraggio dato che l'uno è perfettamente compenetrato all'altro.
Il miraggio non nasconde il deserto ai suoi piedi ma
lo rappresenta in un terribile disincanto.
La simulazione non elimina il reale ma, al contrario,
occulta proprio
il fatto che non vi sia reale in modo tale
da confondere perfettamente
il virtuale con il reale.
Il virtuale non distrugge la realtà ma paradossalmente
la propone come vera. E' ovvio che un meccanismo del genere sembra non finire mai dato che la realtà è divenuta una preda generata continuamente proprio dal suo predatore virtuale. In questo sistema pianificato e virtualmente funzionale,
l'attività umana o il pensiero trovano sfogo in un sterile nichilismo che agisce come una spirale cieca
destinata a divorare ogni cosa.
Nonostante tutto, Budrillard non si arrende e propone come
mezzo di liberazione o di riscatto non la difficile resurrezione della realtà del mondo ma
la rivelazione della letteralità del reale, come afferma Baudrillard:
"Un frammento dell'ologramma del mondo, dove ogni dettaglio è una rifrazione dell'insieme". Per comprendere bene il concetto relativo al recupero della letteralità come forma di salvezza viene brillantemente preso come esempio il
film "
Lo studente di Praga" dove
il protagonista recupera, un attimo prima di morire, la propria immagine perduta nei frammenti della specchio che ha distrutto.
Sandro Domenico Fossemò
Link:
http://www.rainews24.it/ran24/rubriche/incontri/video/baudrillard.wmvJean Baudrillard
Violenza del virtuale e realtà integrale
Le Monnier Università
pp. VI-34, 2005.