Recensione di Baliani "Nel regno di Acilia"
Una passeggiata nel nostro Regno
Lodoletta Cennini, Circolo Rispoli
Per me non è stato facile esprimere un giudizio su questo libro, perchè il suo significato non sta tutto in superficie (Borgata Acilia, anni '50) bisogna pensare anche a quello "che sta nascosto sotto a tutto quello che di solito si vede" (pag.156). Un libro crudo, ma che reca anche belle immagini come quelle che fanno da sfondo alla narrazione: lo sconsolato paesaggio della Dragona, con la "Marana" e tutto quello che si porta dietro, e il Tevere che scorre in lontananza.
I "pischelli" protagonisti del racconto, non hanno nulla a che vedere, secondo me, con quelli di Pasoliniana memoria; si tratta, è vero, dello stesso mondo brutale e violento nelle degradate periferie romane (Anni '50), ma mentre i "Ragazzi di vita" o di "Una vita violenta" erano "dentro" la Storia, erano loro a farla; qui la Storia va per conto suo, anche lei cresce, si modifica, si migliora.
Con gli anni, qualcosa arriva anche nella borgata: la luce elettrica,, la radio, il cinema, la televisione e... anche "la bilancia nuova del Sor Egidio, adesso non deve più usare i pesi separati".. mentre i pischelli crescono, ma rimangono sempre dei pezzenti quasi dei predestinati a quel mondo di violenza e brutalità (padri quasi sempre ubriachi e picchiatori , madri molte volte dedite alla prostituzione, quale unica via d'uscita alla miseria).
Ma questi ragazzetti, non sono dei perversi (nella vicenda della "Francesina", ragazzina bellissima che era il sogno di ciascuno di loro e che non osavano neppure avvicinare, quando costei verrà stuprata dal padre e si darà per disperazione alla prostituzione, è per loro un caduta di tutte le illusioni e cercheranno di recuperare anche il "Sorcio" fratello della ragazza, che per la disperazione si era dato ad una vita disonesta).
Il romanzo, anche se scorrevole, forse è un pò troppo lungo. E' difficile che il lettore frettoloso arrivi alla quattrocentesima pagina laddove la narrazione "chiude il cerchio" e la parola "regno" acquista il suo significato. Regno sta per "significato alla propria storia, significato alla propria vita, guardando entro noi stessi, e al quale potremo ribellarci (come il "Catrame" e il Sorcio" mediante il delitto, l'omicidio riparatore= giustizia) ovvero sottomettendosi alla propria predestinazione.
giovedì, 01 dic 2005 Ore. 17.08