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Recensione di Arslan "La masseria delle allodole"
"Il massacro delle allodole" di Lorena CarpentieriI libri finalisti del Pre.mio delle Biblioteche di Roma, quest'anno, mi hanno ispirato titoli corollari. "La masseria delle allodole" di Antonia Arslan, per la sezione narrativa, proprio in considerazione del genocidio degli armeni, mi ha fatto pensare a "il massacro delle allodole". Lo sterminio è una delle varianti della guerra e devastazione, che, in una sorta di fil rouge, mi porta all'altro libro vincitore del premio, per la sezione saggistica, "Tutta la violenza di un secolo" di Marcello Flores. Non v'è scampo alla violenza e alla sopraffazione dell'uomo contro l'uomo, dei governanti di un popolo contro una sua parte eletta a "nemico comune", da disconoscere e cancellare. Ma la masseria non è un libro di storia, non a caso ne sarà fatto un film. Più efficace e dolente di un reportage o di una inchiesta, ci ricorda, come una favola tragica, il passato, perché il futuro sia diverso. Tre punti mi hanno colpito in modo particolare. Come tre fotografie. La dedica " a Enrica-Henriette, la bambina che non crebbe". Quante ve ne sono nel mondo e questo sembra non averci insegnato nulla. La sconsolatezza di un quattordicenne, il ragazzo che non credette alle sue intuizioni. Aveva sentito l' "odore del sangue", quello che si fiuta nell'aria, ma che non ci mette in guardia. Nessun altro credette. Eppure non si dovrebbe mai abbassare la guardia. Dopo la strage, il viaggio. La conclusione, rivolta al "paziente lettore", più volte invocato, darà adito ad "un'altra storia". Infatti, nessuno dei personaggi di quella famiglia tornò alla piccola città. Quale sia, la piccola città, nessuno lo sa. Chi lo sa, non lo dice. Ma quel che non si può dire, quel che è dietro a quel nome, si deve scrivere. E la Arslan lo ha fatto e, come ha testualmente affermato nell'incontro, lo farà ancora. Immagino che qualcuno di un'altra generazione farà ritorno. Quando l'odio si sarà stemperato e l'eco del dolore affievolito. Perdonare forse, dimenticare mai. Grazie anche a questo libro-testimonianza.
sabato, 10 dic 2005 Ore. 16.07
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