BLOG dei CIRCOLI DI LETTURA


PRE.MIO Biblioteche di Roma. Il premio dei lettori
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Incontro con Culicchia autore di "Il paese delle meraviglie"

LUNEDI’ 3 OTTOBRE ore 18.00
Biblioteca Rispoli – Piazza Grazioli, 4  
Giuseppe CULICCHIA, Il paese delle meraviglie, Garzanti – introduce Gianfranco DE  TURRIS

Cari lettori,
l’incontro di ieri con Giuseppe Culicchia, autore nel 1994 del famoso “Tutti giù per terra”, ieri ci ha riservato parecchie sorprese: primario l’intervento del pubblico dei lettori dei Circoli che si è rivelato, di nuovo, esaltante arricchendo l’arringa dello scrittore di plurime divagazioni approfondendo il tema centrale evocato dal romanzo (edito da Garzanti, €14).

Una delle prime questioni sollevate  riguarda il linguaggio, notevolmente infarcito di parole volgari che proprio in quegli anni prendevano piede nel gergo giovanile: la fine degli anni ’70, in particolare il ’77, si situa come spartiacque storico per il ridimensionamento di certi aulici linguaggi in favore di un moderno uso delle parole (a tratti molto volgare) a cui oggi nessuno farebbe quasi più caso.

Altro tema ridondante nel libro è la ribellione dei due adolescenti, dodicenni, Attila e ed il nazipunk Zazzi, al mondo degli adulti: mentre Zazzi si rivolge a delle estemporanee quanto incresciose esplosioni a scuola, come il tema sul “Volgare della lingua italiana” riferito alle parolacce; Attila, introverso, prova dentro di sé dei deliri immaginifici, come l’attesa e utopica insurrezione del padre contro la madre umiliante, oppure i racconti del nonno, che in qualche modo lo redimono dallo status quo paralizzante dell’oggi con l’autenticità della confessione.

Come dice il libro “gli idealisti non la prendono proprio in considerazione la realtà, ne inventano una”: questa dichiarazione riassume in modo piuttosto completo la relazione amicale tra Attila e Zazzi, una sorta di trai d’union composta di squarci tratti dalla realtà e rivistati secondo il loro sentire, una specie di mitizzazione dello scorrere del tempo di anni difficili, dove l’ideologia è tutto e le divisioni in fazioni sterilizzano i dialoghi.

Gli Anni di Piombo fagocitano i due ragazzi, la sorella Alice, diventata terrorista ed uccisa durante la lotta armata, ma anche il mondo di prima, i loro genitori: il rassegnato padre che costruisce gabbie per canarini che rappresentano solo sé stesso; la madre, amante del prete del paesino, il cui propedeutico interesse alla vita riguarda un tv color, posseduto invece dalle sorelle che hanno intrecciato matrimoni più benestanti.

In tutti questi “non dialoghi”, come dice bene un lettore, quello che costruisce il romanzo e parla allo spirito del tempo è l’assenza, questa enorme ellissi che travalica il senso della vita di questi due ragazzi, dispersi nel crogiolo senza speranza di un vuoto che alla fine si spalanca sotto il loro sguardo: un vuoto che preannuncia gli anni ’80, critici sia per la destra sia per la sinistra, evidenti colonne di quell’impasse che negli anni ’90 trovò nel libero mercato la sua giustificazione ed oggi la sua sconfitta. 
  
Al prossimo incontro con Guido Crainz

Livia Bidoli
domenica, 27 nov 2005 Ore. 12.09
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