Un cono d’ombra e di luce
di Livia Bidoli
Sabrina Massignani, coreografa e ballerina della sua creazione del 2006 con la Compagnia da lei fondata Venezia Balletto, approda di nuovo a Roma al Teatro Greco, locus amoenus della danza, in particolare per i profili giovani e contemporanei.
Al contrario di quando solitamente si osserva sul palcoscenico, sembra quasi di essersi spostati, per un volta e con le dovute proporzioni, alla manifestazione dedicata alla danza del Ballet de Lyon, dove la Charte Blanche è approdata fino alla rilettura, da molti giudicata oscena (ed osceno era stato giudicato il balletto di Strwainkij nel 1913, appena uscito con la coreografia di Nijinski), di Angelin Preljocaj di Le Sacre du Printemps. Questo balletto si nutre d’ombra quanto quello che ha come correlativo oggettivo del sacrificio l’Eletta. L’ombra come sostanziazione dell’ignoto quanto compresenza della luce, svanendo ogni qualvolta essa scompare.
Ecco allora spazi intervallati da luci e da ombre, e che si distinguono spesso per una inusitata luce blu, che attraversa tutta la seconda parte dello spettacolo, una divisione che osservo per meglio definire il balletto. Le musiche acutamente timbriche composte da Andrea Giannone (con l’apporto di John Morris e Johannes Brahms) risaltano sullo sfondo di un balletto di bianco e di nero vestito, senza soluzione di continuità. L’ombra è possente e l’unica luce che non inghiotte è dedicata alle parti femminili. La donna sotto la luce mentre i due uomini ai lati si allontanano, è l’unica che vibra. Ancora sarà Valentina Cengarle a baciare la propria ombra, colpita dal cono di luce, abbassandosi verso di lei come in una rilettura del Narciso di Caravaggio.
I quadri d’insieme si attorcigliano, frammentati come i personaggi, a volte marionette malinconiche senza un velo d’ironia, sebbene la musica sia quella a narrare le loro gesta, seppur distanziatamene seriose, inappuntabili, nemmeno con un velo di ostentata perversione. Indifferenti a quello che accade come se le ali della morte sovrastassero le loro anime, condannate ad un vita senza slancio. Le cadute si susseguono e, sebbene nel pas à deux (Peter Casagrande e Sandra Massignani) lui sorreggendola stabilisce una relazione, lei se ne allontana, come un corpo freddo diviso da lance inesorabilmente infisse nella pelle.
Il Venezia Balletto fa riapparire maschere avvolte in sudari, una passeggiata sul Ponte dei Sospiri, antica soglia mortuaria per i detenuti, un carnevale di abiti immaginari che nelle velate vesti ebano, tranciate in obliquità sfaccettate e mai diritte preludono ad una luce avvolta in un cono d’ombra, per sempre irreale e rovesciata.
Teatro Greco 19 settembre 2007
Venezia Ballett - Zone d’ombra
INFO
Rassegna di danza: Che danza vuoi?
Dal 17 settembre al 14 ottobre
Teatro Greco
Via R. Leoncavallo 10/16
Tel. 06-8607513
Biglietti abbonamento 7 spettacoli € 49
Link: http://www.teatrogreco.it/
Venezia Balletto www.veballett.com