Le vie dei festival 2007
quattordicesima edizione
13-23 settembre Roma
CADMO Associazione Culturale e Assessorato alle Politiche Culturali in collaborazione con Biblioteche di Roma
E' alla sua XIV edizione Le vie dei Festival, l’iniziativa ideata e organizzata dall’Associazione Cadmo, con il sostegno dell’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma, che ogni anno, attingendo al panorama dei festival estivi, porta nella capitale nuove produzioni teatrali spesso anticipatrici delle tendenze più significative dell’imminente stagione.
La rassegna ha sempre dato rilievo e visibilità a proposte produttive che si collocano spesso al di fuori dei circuiti più collaudati e che, così come i Festival da cui provengono, riflettono gusti e curiosità di un pubblico che, anche nell’andare a teatro, vuole confrontarsi con tematiche e linguaggi attuali.
Un ruolo di “scopritore di talenti” che spesso ha permesso alle compagnie invitate al Festival di replicare nelle stagioni successive i loro spettacoli nei cartelloni dei più prestigiosi teatri romani: Eimuntas Nekrosius (con Tre sorelle nel ‘95, Hamlet nel ‘97 e Macbeth nel ‘99); Alain Platel (con l’indimenticabile autoscontro di Bernadetje nel ‘98); i sudafricani Handspring Puppet Company di William Kentridge (Faustus in Africa! nel ’97 e Ubu nel ’98); Enrique Vargas (con il misterioso Oracoli nel 2000); Big Art Group di New York (Flicker nel ‘03 e House of no more nel ‘04); Amir Reza Koohestani (Dance on glasses nel ’05); Pippo Delbono (con Barboni nel ’97, una ‘personale’ nel ’99 e Il silenzio nel 2000) sono solo alcuni degli artisti ospitati in questi anni, spesso invitati a Roma per la prima volta.
Due gli spazi che ospitano quest’anno la rassegna: il Teatro Greco e la Sala Uno, dove il festival si inaugura giovedì 13, alle 21.00 (replica il 14) con Libri da ardere della scrittrice di “culto” franco-belga Amélie Nothomb, regia di Cristina Crippa. Ne è protagonista Elio De Capitani, noto anche al pubblico cinematografico per la sua interpretazione del Caimano nel film di Nanni Moretti, insieme a Corrado Accordino ed Elena Russo Arman.
Coprodotto da Teatridithalia e Astiteatro, Libri da ardere presenta una vicenda estrema. Siamo in una città imprecisata e assediata dalla guerra. Non sappiamo chi combatte e contro chi. Sappiamo soltanto che la guerra produce distruzione, fame, freddo; la guerra è cecità e violenza, mette a nudo i bisogni primari. In una casa ingombra di libri, un professore di letteratura con un giovane assistente e la sua fidanzata, costretti a una convivenza forzata, si pongono domande paradossali: se c’è la guerra, a che servono i libri? Quando si ha freddo, è sensato bruciare i libri per riscaldarsi? Intorno a questi e ad altri quesiti si sviluppa un dramma il cui unico scopo sembra consistere nel mettere a nudo la più segreta natura umana.
Arriva per la prima volta a Roma Erna Ómarsdóttir, nome di punta della danza contemporanea, storica interprete e collaboratrice di Jan Fabre e di Sidi Larbi Cherkaoui, selezionata per tre volte - nel 2002, 2003 e 2005 - come miglior performer da BalletTanz e da The Place di Londra nel 2003. E’ anche una dei 100 migliori performer del mondo secondo il Nijinskij Prize 2002 di Monaco.
Il suo spettacolo, IBM 1401 - A User´s Manual, che approda al Teatro Greco sabato 15 e domenica 16 settembre, alle 21.00, è prodotto da GRIM, Groupe de Recherche et d'Improvisation Musicale, da L'Officina Marseille e nasce dalla collaborazione tutta islandese tra la coreografa e il musicista Jóhann Jóhannsson compositore di numerose colonne sonore per film e collaboratore di musicisti quali Marc Almond, Barry Adamson e Pan Sonic. Lo spettacolo, presentato con successo nei più prestigiosi festival europei come Impulstanz di Vienna, Escena Contemporanea di Madrid, Tanzfestival di Friburgo, ma anche in Italia a Modena, Dro, Firenze e Torino, esplora i temi della tecnologia, dell'intelligenza e del progresso, indagando, attraverso una performance potente ed estremamente fisica, la relazione tra ciò che è umano e ciò che è artificiale, tra la sensualità del corpo e l'oggetto macchina. Coreografia e musica, eseguita dal vivo dal suo autore su un computer e su un organo elettronico Hammond B3, riproducono questo binomio. I corpi si fanno macchine ed elaborano una danza dall’energia misteriosa, intangibile e spontanea.
Quest’anno Le vie dei Festival ospita due spettacoli di Egumteatro, compagnia toscana residente presso il Teatro Studio di Scandicci. La prima proposta, che arriva dal Festival delle Colline Torinesi e da Estate a Radicondoli, è Un anno con 13 lune di Rainer Werner Fassbinder, prodotta in collaborazione con la Fondazione Teatro Piemonte Europa e il Festival delle Colline Torinesi, in scena al Teatro Sala Uno martedì 18 e mercoledì 19 alle ore 21.00. Decidendo di misurarsi con la poetica di Fassbinder, Egumteatro non affronta uno dei testi scritti per la scena, ma adatta, insieme a Michele Di Mauro, che dello spettacolo è lo strepitoso protagonista, uno dei suoi film più riusciti. Una scelta che va dritta alla sostanza dell’opera dell’artista tedesco e che ricrea in palcoscenico l’emozione di una storia semplice e crudele allo stesso tempo.
Abbandonata dall’uomo con cui viveva, in preda a un’angosciosa crisi d’identità, Elvira/Erwin, un ex-macellaio che si è fatto operare per diventare donna, compie un allucinato cammino a ritroso per risalire alle radici della disperazione in cui si trova. In scena con Michele Di Mauro: Gisella Bein, Tatiana Lepore, Simona Nasi, Pasquale Buonarota, Massimo Giovara, Riccardo Lombardo. La regia è di Annalisa Bianco e Virginio Liberti.
La seconda proposta, una coproduzione tra Egumteatro e il Teatro Stabile di Calabria, arriva dal Festival Magna Grecia e da Estate a Radicondoli e va in scena giovedì 20 e venerdì 21, sempre al Teatro Sala Uno, alle 21.00. Lo spettacolo, che si intitola Che tragedia!, è tratto dai testi classici (in particolare i cori e i monologhi dei messaggeri) tradotti da Edoardo Sanguineti ed è una riflessione sulle possibilità del Tragico ai nostri giorni. L’arte poetica di Sanguineti si presenta agli spettatori come emozione musicale e come stravolgente appello ai sensi del corpo umano. Sulla scena quattro giovani interpreti fra i 24 e i 30 anni- Lorenzo Gleijeses, Andrea Capaldi, Armando Iovino, Davide Pini Carenzi - avvolti in lunghe tuniche, che presto lasciano il posto ad abiti moderni, recitano gli antichi versi in un attraversamento di secoli e luoghi. Le scene e i costumi sono di Rita Bucchi, la regia è firmata da Annalisa Bianco e Virginio Liberti.
Gli ultimi due spettacoli in cartellone, pur non essendone espressione diretta, sono nati all’interno della Stoa, scuola sul movimento ritmico di Cesena che l’anno passato ha proposto a Le vie dei Festival due balli collettivi. La decisione di presentarli in sequenza, nella stessa serata, nasce dal desiderio di mostrare i percorsi intrapresi dai ragazzi che l’hanno frequentata. Ecco quindi alla Sala Uno, sabato 22 e domenica 23 alle ore 21.00, Croci di Paride Piccinini e à elle vide di Teodora Castellucci (ore 22.00).
Il primo, che arriva dal Festival Malafesta di Santarcangelo è la rappresentazione di un immaginario irreale, di differenti figure, azioni, spazi e dimensioni. La visione della scena avviene attraverso un diaframma oculare, che conduce lo spettatore nell´esperienza faticosa di chi osserva con occhi dal cristallino opacizzato e, allo stesso tempo, in quella curiosa di chi ricorda, scopre ed intravede le immagini di un sogno.
Tre festival, Oltrarno Atelier di Firenze, Uovo Performing Arts di Milano e Drodesera>centrale fies hanno unito quest’anno le loro energie per sostenere la progettualità di una nuova generazione di artisti. Una riflessione comune rivolta alla creazione contemporanea, che ha portato alla realizzazione di alcuni progetti curati lungo l’intero processo evolutivo, dalla progettazione alla visione, tra cui à elle vide della giovanissima Teodora Castellucci, presentato la scorsa estate. Così la Castellucci descrive il suo lavoro: Esistono due animali in uno spazio nero. Due esseri nati da due disegni. Il gallo rosso e lo scorpione bianco. Due comportamenti, due attitudini, due caratteri: il movimento altero del gallo che scruta e indaga lo spazio e l’immobilità assoluta dello scorpione che riposa prima dell’attacco.
In chiusura di questa edizione, in data ancora da stabilire, Le vie dei festival organizza, insieme alla rivista Art’O_cultura e politica delle arti sceniche e in collaborazione con Biblioteche di Roma, un incontro alla Casa dei Teatri sulla forma festival, a cura di Gianni Manzella dal titolo: Cosa vi aspettate da un festival del XXI secolo. Nata per allargare il pubblico delle arti e dello spettacolo, la forma festival dilaga dalla filosofia alle scienze, alla letteratura. E tuttavia, proprio intorno alle arti sceniche la formula sembra oggi mancare di slancio. Appare perciò necessaria una riflessione sulla sua direzione. Luogo di incontro o vetrina? Laboratorio di idee o residenza creativa? Luogo di scambio di esperienze internazionali o di valorizzazione del territorio? Sono alcuni dei temi che si affacciano per una discussione necessariamente aperta.
Le vie dei festival conferma ancora una volta la sua costante sensibilità verso un pubblico che voglia confrontarsi con tematiche e linguaggi attuali, non solo mantenendo invariato il prezzo massimo dei biglietti a 15 euro, ma prevedendo anche un’ulteriore riduzione (a 12 euro) per i più giovani fino a 26 anni.
Prezzo speciale a 10 € per lo spettacolo IBM 1401 - A User´s Manual al Teatro Greco di Via Ruggero Leoncavallo 16.
Informazioni e prenotazioni: Cadmo Associazione culturale tel. 06.3202102 info@leviedeifestival.it