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BiblioLibro: America Anno Zero. L'epilogo

America Anno Zero. L'epilogo

C'era una volta l'America

di Lorena Carpentieri - Circolo Rispoli

Lilli Gruber torna in America, nel paese più potente del mondo, dopo esserci stata nel 2001 a seguito dell’attacco terroristico dell’11 settembre.
Al posto di quel luogo di morte e distruzione, ora vi è il vuoto, il “Ground Zero”, affollato di visitatori e di progetti di ricostruzione (o, meglio, “dovrebbe restare il vuoto”, dice l’architetto Renzo Piano).

Quel “livello zero” da cui riparte la Gruber, ovvero la profonda ferita inferta all'America e al mondo intero da quella strage, è anche l’ “Anno zero” della storia dell’America. Il credito di dolore e di pietà è stato dilapidato dall’attuale Presidenza statunitense, con le successive iniziative belliche in Medio Oriente, in particolare la guerra “preventiva” in Iraq.
Da qui devono ripartire gli Stati Uniti, di questo si parla  in questo viaggio al suo interno. Si va da New York,  attraverso Detroit, Chicago, Portland, San Francisco, New Orleans, Los Angeles, e poi di nuovo a New York, come quando “si passa dal via” nel “Monopoli”, gioco americano per eccellenza.

La Gruber guarda con gli occhi della cittadina italiana, riflette con l’esperienza dell’eurodeputata di sinistra  e documenta con la penna della giornalista di stile. Non è il primo libro seguìto ad un lungo reportage. Qui, tra metropoli-giungla e cittadine della provincia. Vi sono sintetizzate varie interviste ad uomini della politica, della religione, dell'arte e dell'economia, colleghi della carta stampata (dove é un nuovo Ed Murrow, ispiratore del film "Good night good luck" di George Clooney?) .

Ma non solo "coloro che ce l'hanno fatta", anche gli outsider, gli emarginati, gli immigrati. “Falliti” li chiama Tiziano Terzani, in "Un altro giro di giostra”, un altro libro, un altro secondo viaggio in America (ma alla ricerca d’una cura per il cancro).
Perché gli Usa sono la terra dei grandi confini e delle grandi opportunità, ma anche delle grandi differenze e delle grandi ingiustizie sociali. Un continente, contenitore di tutto, di bene e di male.
 
Da questi drop out, si passa ai born again, perché la religione entra sempre di più nella vita e, conseguentemente, nella vita politica. Un nuovo fondamentalismo, in risposta ad altri nuovi fondamentalismi.
Dal 2001 molto è cambiato. E’ diffuso un pesante  "Clima di paura", come sostiene, nel libro dall’omonimo titolo, lo scrittore nigeriano Wole Soyinka, vincitore Premio Nobel  per la letteratura nel 1986 e vincitore quest’anno del Premio Premio Biblioteche di Roma, sezione internazionale.
Ecco il regime durissimo della prigione di Guantanamo, la strenua difesa di terroristi da parte di una avvocatessa, il conservatorismo del generale dei marine, l’anticonformismo del prete omosessuale.
 
Mi hanno colpito le frasi di due intervistati, frasi che riguardano, non a caso, la MENZOGNA.
Menzogna del potere e dei mezzi di comunicazione, che formano il consenso e inficiano il dissenso.
 
Le parole di peace mom, la madre coraggio contro il presidente degli USA, una sorta di Erin Brockovich della guerra: ”Mio figlio è morto per le bugie di Bush” dice questo piccolo Davide di fronte al gigante Golia, con un camper itinerante (l’Impeachment Tour), al posto della fionda. Che vicenda esemplare!
Illuminante, la doppia lezione di un docente universitario. In aula, esortazione e speranza a tutti gli allievi; fuori, confessa: “Qui i giovani vengono ingannati”. (ANCORA?)
E continua: “Dapprima pensano che il benessere materiale possa renderli felici. Poi capiscono che non è vero, e si sentono smarriti". (E ALLORA ?)

Confidiamo in parole di VERITA’.

lunedì, 29 gen 2007 Ore. 16.41
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