Parliamo dei
livelli di zucchero
nel sangue e nei muscoli, e di come variano in funzione
dell'allenamento.
L'unico zucchero circolante nel nostro sangue è il
glucosio.
La glicemia (la quantità di glucosio per unità di volume di sangue) è il risultato della somma di molti fattori:
consumo di glucosio
immagazzinamento del glucosio
degradazione del glicogeno (si trova nei muscoli e nel fegato),
carico glicemico dei pasti.
Non
è automaticamente vero, cioè, che mentre ci alleniamo la glicemia
diminuisce: certo il glucosio ematico viene utilizzato durante il
lavoro,
ma altro glucosio viene liberato dalle riserve epatiche e
muscolari ed altro potrebbe arrivare da una digestione in corso.
Il problema della riduzione della glicemia
attraverso il lavoro fisico non è semplicissimo nella sua
impostazione...
È vero, grosso modo, che se l'allenamento è intenso (se
cioè richiede molta potenza) ed abbastanza lungo
il glucosio ematico
scende piuttosto velocemente: ma dopo qualche tempo altro ne arriva dal
fegato.
Una tecnica sportiva veramente efficace per la riduzione della glicemia deve comprendere, quindi, un
allenamento strenuo (che esaurisca il glucosio circolante e quello muscolare) seguito da una
pausa (meglio se
attiva)
di circa 15'-30';
durante questo intervallo il glicogeno epatico ha il
tempo di convertirsi in glucosio, rialzare la glicemia e ricaricare i
muscoli;
quindi l'atleta effettua
un altro allenamento
simile al primo (in realtà meno intenso, perché a questo punto la
fatica è tantissima!)
che utilizzi in buona parte il glucosio/glicogeno
residuo.
Ora sì che i livelli di gucosio non possono più alzarsi
facilmente: è necessario attendere il prossimo pasto,
oppure che
l'organismo cominci a ricavare glucosio dagli acidi grassi attraverso
un meccanismo più complesso e lento.