Aï faux ris, pour quoi traï aves F
oculos meos? Et quid tibi feci, L
che fatta m’hai così spietata fraude?
Iam audi[vi]ssent verba mea Greci! L
5 E selonch autres dames vous saves F
che ‘ngannator non è degno di laude.
Tu sai ben come gaude
miserum eius cor qui prestolatur: L
je li sper anc, e pas de moi non cure. F
10 Ai Dieus, quante malure F
atque fortuna ruinosa datur L
a colui che, aspettando, il tempo perde,
né già mai tocca di fioretto il verde!
Conqueror, cor suave, de te primo, L
15 che per un matto guardamento d’occhi
vous non dovris avoir perdu la loi; F
ma e’ mi piace che li dardi e i stocchi
semper insurgant contra me de limo, L
dount je seroi mort, pour foi que je croi. F
20 Fort me desplait pour moi, F
ch’i’ son punito ed aggio colpa nulla;
nec dicit ipsa: “malum est de isto”; L
unde querelam sisto. L
Ella sa ben che se ‘l mio cor si scrulla
25 a penser d’autre, que d’amour lesset, F
le faux cuers grant paine an porteret. F
Ben avrà questa donna cor di ghiaccio
e tant d’aspresse que, ma foi, est fors, F
nisi pietatem habuerit servo. L
30 Bien set Amours, se je non ai socors, F
che per lei dolorosa morte faccio
neque plus vitam, sperando, conservo. L
Ve omni meo nervo, L
s’elle non fet que pour soun sen verai F
35 io vegna a riveder sua faccia allegra.
Ahi Dio, quant’è integra!
Mes je m’en dout, si gran dolor en ai: F
amorem versus me non tantum curat L
quantum spes in me de ipsa durat. L
40 Cianson, poves aler pour tout le monde, F
namque locutus sum in lingua trina, L
ut gravis mea spina L
si saccia per lo mondo. Ogn’uomo senta:
forse pietà n’avrà chi mi tormenta.
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Ahi falso riso, perché avete tradito
i miei occhi? E cosa ti ho fatto,
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Avessero ascoltato le mie parole i Greci!
E secondo le altre dame voi sapete
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il misero cuore di chi aspetta:
anch’io lo spero, e di me non curo.
Ah Dio, quanto male
e rovinosa sorte è data
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….. (di fioretto il verde: il bocciolo di un fiore)
Io mi dolgo, dolce cuore, di te per primo,
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voi non avreste dovuto perdere la legge;
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si levino sempre dal fango contro di me,
per i quali sarei morto, in fede mia.
Molto io gemo per me stesso,
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ma ella non dice: “che disgrazia per lui!”,
così che io possa smettere i miei lamenti.
….. (si scrulla: si scuote, si decide)
a pensare a un’altra, per cui lascerebbe l’amore,
il (suo) falso cuore grave pena ne porterebbe.
….. (Ben: di certo)
e tanta amarezza che, in fede mia, è grande,
se non avrà pietà del (suo) servo.
Lo sa bene Amore, se io non ho conforto,
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né più, sperando, conservo la vita.
Poveri tutti i miei nervi,
se ella non fa che per la sua vera saggezza
…..
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Ma io ne dubito, sì grande dolore ne ho:
ella non ha cura dell’amore verso di me tanto
quanto dura in me la fede in lei.
Canzone, potete andare in tutto il mondo,
– infatti ho parlato in lingua triplice –
affinché la mia grave spina
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