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15. Dante - Ai faux ris, pour quoi trai aves

Il discordo trilingue (italiano, francese, latino) "Aï faux ris, pour quoi traï avés", oggi attribuito a Dante. Testo integrale con traduzione in italiano.

 Dante (?)

Aï faux ris, pour quoi traï avés

 

Recentemente i critici attribuiscono con maggiore convinzione a Dante la paternità del discòrdo Aï faux ris, pour quoi traï avés (o, a seconda delle edizioni, Aï faus ris o Aï fals ris), in cui si succedono volgare italiano, antico francese e latino.

 

Se fosse davvero suo, sarebbe un’ulteriore prova che Dante aveva una cultura almeno quadrilingue – avrebbe dunque poetato in langue d’oïl, latino e italiano, mentre nella Commedia fa parlare Arnaut Daniel in provenzale (Purgatorio XXVI).

 

Si riporta il discordo secondo il testo delle Rime curato da M. Barbi per l’edizione della Società Dantesca Italiana, 1921, dove compare come la quinta tra le “rime di dubbia attribuzione”.

 

La traduzione dei versi in latino e in lingua d’oïl (antico francese) è a cura mia.

Aï faux ris, pour quoi traï aves                                 F

oculos meos? Et quid tibi feci,                      L

che fatta m’hai così spietata fraude?

Iam audi[vi]ssent verba mea Greci!                         L

5          E selonch autres dames vous saves               F

che ‘ngannator non è degno di laude.

Tu sai ben come gaude

miserum eius cor qui prestolatur:                 L

je li sper anc, e pas de moi non cure.            F

10        Ai Dieus, quante malure                                F

atque fortuna ruinosa datur                          L

a colui che, aspettando, il tempo perde,

né già mai tocca di fioretto il verde!

 

Conqueror, cor suave, de te primo,                          L

15        che per un matto guardamento d’occhi

vous non dovris avoir perdu la loi;               F

ma e’ mi piace che li dardi e i stocchi

semper insurgant contra me de limo,            L

dount je seroi mort, pour foi que je croi.      F

20 Fort me desplait pour moi,                                  F

ch’i’ son punito ed aggio colpa nulla;

nec dicit ipsa: “malum est de isto”;              L

unde querelam sisto.                                      L

Ella sa ben che se ‘l mio cor si scrulla

25        a penser d’autre, que d’amour lesset,           F

le faux cuers grant paine an porteret.           F

 

Ben avrà questa donna cor di ghiaccio

e tant d’aspresse que, ma foi, est fors,          F

nisi pietatem habuerit servo.                         L

30 Bien set Amours, se je non ai socors,                   F

che per lei dolorosa morte faccio

neque plus vitam, sperando, conservo.         L

Ve omni meo nervo,                                                  L

s’elle non fet que pour soun sen verai           F

35        io vegna a riveder sua faccia allegra.

Ahi Dio, quant’è integra!

Mes je m’en dout, si gran dolor en ai:          F

amorem versus me non tantum curat           L

quantum spes in me de ipsa durat.                L

 

40 Cianson, poves aler pour tout le monde,             F

namque locutus sum in lingua trina,             L

ut gravis mea spina                                       L

si saccia per lo mondo. Ogn’uomo senta:

forse pietà n’avrà chi mi tormenta.

Ahi falso riso, perché avete tradito

i miei occhi? E cosa ti ho fatto,

…..

Avessero ascoltato le mie parole i Greci!

E secondo le altre dame voi sapete

…..

…..

il misero cuore di chi aspetta:

anch’io lo spero, e di me non curo.

Ah Dio, quanto male

e rovinosa sorte è data

…..

….. (di fioretto il verde: il bocciolo di un fiore)

 

Io mi dolgo, dolce cuore, di te per primo,

…..

voi non avreste dovuto perdere la legge;

…..

si levino sempre dal fango contro di me,

per i quali sarei morto, in fede mia.

Molto io gemo per me stesso,

…..

ma ella non dice: “che disgrazia per lui!”,

così che io possa smettere i miei lamenti.

….. (si scrulla: si scuote, si decide)

a pensare a un’altra, per cui lascerebbe l’amore,

il (suo) falso cuore grave pena ne porterebbe.

 

….. (Ben: di certo)

e tanta amarezza che, in fede mia, è grande,

se non avrà pietà del (suo) servo.

Lo sa bene Amore, se io non ho conforto,

…..

né più, sperando, conservo la vita.

Poveri tutti i miei nervi,

se ella non fa che per la sua vera saggezza

…..

…..

Ma io ne dubito, sì grande dolore ne ho:

ella non ha cura dell’amore verso di me tanto

quanto dura in me la fede in lei.

 

Canzone, potete andare in tutto il mondo,

– infatti ho parlato in lingua triplice –

affinché la mia grave spina

…..

…..


sabato, 21 lug 2007 Ore. 21.29

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