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Tra i documenti allegati alla “Memoria” presentata dall’avv. Ferraresi contro di me, figurava la copia di un fax che avevo ricevuto dal vescovo Antonio Riboldi. In effetti, la sera del 31 gennaio 2007 il vescovo Riboldi aveva tentato più volte di inviarmi un fax utilizzando il numero di casa mia; si verificarono però dei problemi di connessione e allora mons. Riboldi mi chiese il numero dell’ufficio. Al telefono gli risposi di attendere il giorno dopo affinché ne parlassi prima con l’amministratore per ottenere l’autorizzazione al ricevimento del fax. E così, nella mattinata del primo febbraio, mentre con Criveller e Barzan discutevo delle mansioni da svolgere da quel giorno in portineria, chiesi e ottenni dall’amministratore il permesso di ricevere il fax. A quel punto telefonai a mons. Riboldi comunicandogli il numero del fax di “Vita del popolo” e, tra le ore 10.30 e 11.00, l’impiegata Nadia Martinello venne in portineria per consegnarmi la copia del fax.
Il fatto, ora, che si tentasse di utilizzare quel fax contro di me, si trattava, a mio avviso, di una palese violazione della riservatezza sia del vescovo Riboldi che mia, in quanto solo in data 1° marzo 2007, e dall’avv. Jacobi, venni a sapere che qualcuno aveva fatto a mia insaputa le fotocopie del fax. Dopo averci riflettuto su per qualche giorno, il 3 marzo ritenni necessario comunicare quanto era accaduto sia al vescovo Riboldi che al card. Angelo Scola, quale presidente della Conferenza episcopale del Triveneto, nonché lo stesso vescovo di Treviso, Andrea Bruno Mazzocato.
Ecco il testo della comunicazione:
<<Caro mons. Riboldi,
sono costretto a comunicarLe una brutta notizia: giovedì 1° marzo ho appreso dal mio legale, l’avv. Maurizio Jacobi, che il fax che Lei mi ha inviato lo scorso 1° febbraio 2007, presso il settimanale diocesano “La Vita del Popolo” (Opera S. Pio X) della Diocesi di Treviso, è stato inserito nel fascicolo che il mio datore di lavoro, mons. Corrado Pizziolo (vicario generale della Diocesi e presidente dell’Opera S. Pio X), ha presentato al Giudice del lavoro, dott.ssa Clotilde Parise, in merito alla vertenza legale apertasi, appunto, tra me e il mio datore di lavoro. Si tratta di una vertenza legale dolorosa ma necessaria, in quanto mons. Pizziolo ha adottato nei miei confronti un grave provvedimento: da impiegato mi ha dequalificato a portinaio.
Speravo che mons. Andrea Bruno Mazzocato, Vescovo di Treviso, intervenisse con la sua autorità per impedire questo oltraggio alla mia dignità di lavoratore e padre di famiglia, ma il Vescovo ha preferito non ricevermi e quindi sono stato costretto a presentare un Ricorso Urgente al Giudice del lavoro di Treviso.
Riguardo al Suo fax, Le faccio presente che avevo ottenuto dall’amministratore del Settimanale, Sergio Criveller, l’autorizzazione a riceverlo. Purtroppo, e a mia insaputa, qualcuno ha fatto le fotocopie del Suo fax e le ha trasmesse a mons. Pizziolo che ora le vorrebbe utilizzare contro di me nella causa di lavoro. Questa grave violazione della Sua privacy offende innanzitutto me, e, se lo ritiene necessario, sono pronto – col mio avvocato – a informarne i Carabinieri per le doverose ed eventuali indagini e azioni legali.
Mi dispiace veramente per quanto è successo ma non ritengo di avere responsabilità in merito.
Per conoscenza invio la presente comunicazione sia al card. Angelo Scola, presidente della Conferenza Episcopale del Triveneto, che a mons. Andrea Bruno Mazzocato, Vescovo di Treviso.
A breve La contatterò telefonicamente.
In comunione spirituale, Carlo Silvano>>. [...]