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PRE.MIO Biblioteche di Roma. Il premio dei lettori
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Pre.mio Biblioteche: In bilico fra romanzo e realtà - 1° parte


 
 
Pre.mio Biblioteche: In bilico fra romanzo e realtà - 1° parte
Sezione narrativa: Melania Mazzucco "Un giorno perfetto"
di Luciana Raggi - Circolo Villa Leopardi

Melania Mazzucco con il suo ultimo libro “Un giorno perfetto” ci ha sorpreso ancora una volta modificando completamente gli argomenti, i luoghi e i tempi del racconto. Cambiano, così come era avvenuto in passato rispetto ad ognuno dei libri precedenti della stessa autrice, le situazioni, i personaggi e l’ambientazione.

“Un giorno perfetto” parla della realtà contemporanea, di modelli di comportamento riconducibili a codici socio-culturali differenti, in una città che è proprio Roma, con i suoi colori e odori, i suoi rumori, le sue opere d’arte, le periferie. Una città ritratta con affetto ma senza gentili concessioni. Il tempo della storia è concentrato nel breve arco di una giornata precisa, il quattro maggio.

Ad ogni ora corrisponde un capitolo, di lunghezza variabile, da un minimo di quattro ad un massimo di trenta pagine. Con linearità cronologica quindi, sono narrati eventi significativi per l’autrice che riguardano per ogni ora uno o più personaggi, le cui vite intrecciandosi o sfiorandosi, si definiscono sempre meglio producendo suspance e creando ambiguità d’interpretazione attraverso i diversi punti di vista espressi. In alcuni capitoli, per effetto della coincidenza fra il tempo occupato dalla storia e il tempo impiegato per raccontare, sembra di assistere direttamente allo svolgersi degli eventi come avviene in uno spettacolo teatrale. Anche quando il racconto è lento non ci si annoia mai, grazie allo stile usato e al linguaggio moderno che trascina ed emoziona.    

Quello che non cambia mai nei libri della Mazzucco è la bella scrittura, chiara e coinvolgente, che s’avvale di descrizioni dettagliate per farci “vedere” e “sentire”, per darci l’illusione di “toccare” le cose, di “esserci” e provare le emozioni dei protagonisti.

La costruzione sapiente del racconto e un intreccio complesso fra le storie e i personaggi rendono il libro particolarmente interessante. I protagonisti sono inseriti in un sistema organicamente strutturato, sono legati fra loro da singolari combinazioni, da singolari passioni, da simmetrie e correlazioni più o meno palesi. Prendono vita e consistenza reale oltre che per le proprie caratteristiche peculiari, ben evidenziate attraverso i dialoghi e le descrizioni dell’aspetto fisico e dei comportamenti, anche per le connessioni, i contrasti e le antitesi fra loro. Si tratta di realtà umane differenti e vere, dove vizi e virtù si assomigliano, ma variano per dosaggi eccessivi o troppo scarsi, dove situazioni diverse ma parallele, condizionano pesantemente comportamenti e pensieri. Sono tutti insoddisfatti e in difficoltà e per loro la famiglia non è affatto il luogo idilliaco dell’incontro, della comprensione, dell’affiatamento. I rapporti fra i componenti delle due famiglie, i Fioravanti e i Buonocore, sono di vario tipo: i più veri e ; sinceri sono quelli fra i due bambini; fra i due uomini si è instaurato un rapporto formale che risente della diversità dei ruoli, mentre fra le donne c’è una reciproca disapprovazione. Di mano in mano che si procede nella lettura cresce la curiosità e il coinvolgimento: piano piano si costruiscono le premesse al dramma finale e il lettore viene lentamente preparato alla conclusione tragica.

La storia è commovente e crudele. Crudele come la vita vera? Ancora una volta ci interroghiamo su quale sia il confine frareale” e “immaginario”. All’origine del racconto c’è sicuramente un’osservazione attenta e intelligente di persone vere e di problematiche contemporanee, ma proprio tutto ciò che viene raccontato è “possibile” e “plausibile” o c’è qualche esagerazione? Possibile che ci siano persone che, fra l’indifferenza dei vicini e dei colleghi, covano ossessioni e frustrazioni che poi lievitando senza freni portano epiloghi tragici? Vorrei dare un’interpretazione ottimistica e pensare che non si tratta di un romanzo realistico, che c’è molto di romanzesco.  

                                                    1° parte - continua -
giovedì, 16 nov 2006 Ore. 12.00

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