L'insulina è un ormone proteico secreto dalle isole di Langerhans del pancreas;
è presente, anche se in minore quantità, nel fegato, nel timo,
nella milza, nella ghiandole salivari, nel cervello e nel sangue.
Ha un alto contenuto di zolfo; è una polvere bianca, amorfa o cristallina,
solubile in acqua e in alcool a 80°.
Agisce a livello del fegato stimolando la formazione di glicogeno e inibendo
la conversione di sostanze diverse dai carboidrati in glucosio.
Esplica anche la funzione di promuovere la diffusione del glucosio
attraverso le membrane cellulari, si ha conseguentemente una
riduzione
del livello di glucosio nel sangue (effetto ipoglicemizzante).
L'insulina stimola la sintesi e l'immagazzinamento dei grassi nelle
cellule adipose.
La secrezione dell'insulina è regolata dalla
concentrazione di glucosio nel sangue.
Quando la concentrazione è alta, come dopo un pasto, il pancreas
rilascia
l'insulina; quando la glicemia diminuisce, la secrezione di
insulina si riduce.
La molecola dell'insulina è formata da due catene polipeptidiche:
- catena A, con 21 amminoacidi e un ponte disolfuro (a causa di questo ponte assume una forma cilindrica)
- catena B, con 30 amminoacidi
unite da due ponti disolfuri.
Queste due catene derivano da un unico polipeptide
da cui viene escisso
il Peptide C, corto frammento proteico,
apparentemente privo di funzioni
fisiologiche, che in quanto secreto
insieme all'insulina è un utile indicatore
della funzionalità insulare.
Venne isolata per la prima volta nel 1921 da Frederick Grant Banting e
da Charles Best. La sintesi dell'insulina iniziò da quella ovina e bovina,
quella umana completa fu realizzata nel 1966 da due catene A e B
sintetiche da P. G. Katsoyannis. Viene usata in medicina quale cura
del diabete e in genere contro l'iperglicemia e la glicosuria.
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