Revisionismo a-storico

di Rita Clemente - Circolo Rispoli

Il caso Grass descritto da Pierluigi Battista evidenzia il gusto molto poco intellettuale ma molto intellettualoide di fare salotto mediatico. Ma salotto vuol dire chiacchiere.  Il caso c’è perché ogni cosa è un caso ed in questo caso c’è anche la resa economica di un dibattito fatto di pubblicazioni, interviste  e magari simposi.  Il Grass moralizzatore, simbolo dei tedeschi, fustigatore del passato nazista, resta integro, a mio avviso, anche dopo la sua confessione di aver fatto parte, a 17 anni,  della milizia d’elite Waffen  SS, correva l’anno 1944.  Dov’è lo scandalo: averlo taciuto per 60 anni? No, perché in fondo per lui rappresentava una macchia. Considerarlo come fatto in se? Ma per carità! A 17 anni aver ceduto ad una follia collettiva è perfettamente comprensibile e scusabile.  E quando emerse la sua vera coscienza, la sua morale, non fu revisionismo, semplicemente emerse se stesso.

Quelli che il Battista considera gli scheletri nel calamaio riferendosi agli intellettuali italiani collaborazionisti fascisti mai confessi, o ravveduti, o mai revisionatisi,  sono dentro uno schema di date, nomi, titoli, citazioni, facili da tirar fuori da un programma computerizzato, ma tanto difficili da far assimilare con una comprensione storica alla massa dei lettori. Resta una rappresentazione sterile. E’ sacrosanto che il dibattito resti perché tocca vergogne storiche che guai a dimenticare, e che sarebbe doveroso trasferire all’interno dei programmi scolastici.

Scheda libro

Pre.mio dei Lettori delle Biblioteche di Roma ed. V-2007 - Sezione Saggistica

Cancellare le tracce - Pierluigi Battista 

Milano, Rizzoli, 2007, 196 p., € 18,00