Sono indeciso.


Se il mondo crolla non devo preoccuparmi: è solo il mio punto di vista.

Alle cose maligne non piace avere un nome. /1

In questo post parlerò di molte cose, partendo da una parte e finendo assai lontano.

Parto con l'affermare che le nuove tecnologie, con la loro pretesa di essere utilizzabili da tutti e non solo dagli esperti del campo, hanno immensamente allargato il nostro vocabolario.

Molte delle cose che oggi si fanno quotidianamente hanno nomi inglesi, spesso acronimi di lettere che riassumono operazioni complicatissime rese però facili dalla tecnologia (e un giorno magari mi soffermerò sulla differenza tra semplice e facile).

Altre parole sono invece inventate di sana pianta o addirittura non esistono (non è possibile spiegare con un unico termine un concetto o un'operazione).

Queste attività "senza un nome" sono quasi sempre azioni reali che sfruttano la tecnologia e le sue nuove opportunità ma non rientrano in quelle "facili" che noi stessi facciamo tutti i giorni.

Fin dall'antichità si pensava che per controllare un oggetto, un animale o una persona fosse indispensabile conoscerne il vero nome; e per vero nome è inteso quello che racchiude la conoscenza, legata al significato della parola stessa, di ciò che si vuole comandare.

Per fare un esempio pratico: io conosco la parola Wikipedia, conosco il suo significato, e di conseguenza posso usare la Wikipedia per avere informazioni. Chi non conosce la parola Wikipedia non potrà usarla.

Ho utilizzato questo termine perchè, oltre ad essere una nuova parola che non esiste sulla maggior parte dei vocabolari che la gente ha in casa, è anche una parziale risposta della tecnologia al problema della moltiplicazione dei termini.

Purtroppo è parziale per due ragioni: non può contenere il significato di azioni che ancora non hanno un nome, chi ignora il nome di quel che cerca non può arrivarci spiegando alla Wikipedia cosa sta cercando.

Quest'ultima funzione è più simile ad un motore di ricerca, che però è ancora ben lontano da poter fornire una risposta univoca, poichè orientato alla ricerca di materiale pubblicato in rete piuttosto che alla comprensione del significato.

Immaginate se inserendo "Oggetto per muovere la freccetta sullo schermo" il motore di ricerca fosse in grado di rispondere "Forse cercavi Mouse, Trackball, joystick, penna ottica... ecc".

Forse un giorno non lontano... comunque torniamo al primo problema: se un'azione non ha un nome non può essere cercata, individuata, divulgata, ecc. se non con grande difficoltà.

E' per questo motivo che appena si inventa qualcosa di nuovo gli si dà un nome, ed attraverso la pubblicità si cerca di renderlo il più conosciuto possibile.

Da questo si può intuire che le cose senza un nome sono quelle che si vogliono tenere nascoste, quindi quelle malvagie.

Tutte le nuove meraviglie tecnologiche e le loro possibilità le veniamo subito a conoscere, non è così per le cose negative.

Basta pensare alla paura inconscia che scaturisce dal nome "atomica" per capire come una nuova arma, ben conosciuta e con un nome inequivocabile, possa incidere sulla coscienza collettiva.

La bomba atomica però era frutto di una tecnologia e di un periodo storico che esaltavano le manifestazioni di potere militare, e forse l'effetto boomerang di queste informazioni hanno fatto capire che di arma spaventosa ne bastava una.

Oggi è presumibile che vi siano "armi di distruzione di massa" ben più potenti e che ben poco c'entrano con quelle che conosciamo, ma è meglio non dargli un nome: senza un nome è come se non esistessero.

Ancora peggiore è poi l'abitudine di permutare un vecchi nome ed usarlo, assieme al suo vecchio significato, per qualcosa che ci assomiglia solo vagamente.

Per concludere questa prima parte, quindi, mi auguro che col tempo, quelli che potrebbero essere definiti veri e propri ricercatori, riescano a distinguere queste "Nuove attività permesse dalla tecnologia a cui non viene dato un nome per evitare che la gente comune possa in qualche modo esercitare un controllo su di loro" (e per questa definizione già ci starebbe bene un nome: "Fandologia" da fandonnia, fantasia, dolo, e tecnologia) e a dargli un nome, magari non ridicolo come quello che ho trovato pocanzi.

Categoria: Principio
giovedì, 15 gen 2009 Ore. 09.46
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