Pochi libri hanno creato così tanto movimento e discussione in rete come questo piccolo racconto personale dell’ex manager 44enne Simone Perotti uscito solo da pochi giorni, l’8 ottobre scorso.
È indubbiamente il caso mediatico del momento: la prima edizione è andata esaurita in 4 giorni dall’uscita.
Ieri sera ho partecipato all’incontro di presentazione del libro che si è tenuto nella libreria Feltrinelli di corso Buenos Aires 33 a Milano. Era presente l’autore e Lorenzo Fazio, direttore editoriale della Chiarelettere.
Alla presentazione, fissata per le 18.30, sono arrivato con qualche minuto di anticipo (a quell’ora il traffico di Milano è qualcosa di terribile). Ebbene, mai avrei pensato di beccarmi l’ultima sedia disponibile!
Una marea di gente, non ci si muoveva nemmeno. Gente in piedi in ogni angolo del piano seminterrato della Feltrinelli. E tante altre persone sono arrivate dopo.
Uno addirittura registrava l’intervento.
E la cosa incredibile è constatare l’enorme successo di un libro scritto da una persona “posizionata” – un manager di alto livello come Perotti – che poco dopo i 40 anni ha mollato tutto, lavoro e vita cittadina (con stress connesso), per dedicarsi alle sue vere passioni – barca a vela e scrivere in primis – ritirandosi in un casolare sulla costa delle Cinque Terre in Liguria, in una città operosa e dedita al lavoro come se fosse una religione come Milano.
Questo libro è in un certo senso l’espressione del Downshifting (“scalare marcia, rallentare il ritmo”), un recente fenomeno sociale che sta interessando migliaia di persone nelle società civilizzate, e che ha goduto di rinnovato vigore grazie alla crisi economica mondiale dell’ultimo periodo. Dire basta al troppo lavoro, allo stress, alla mancanza di tempo, ai troppi impegni e alle troppe cose da fare. Riuscire a trovare il tempo per godersi la vita, riscoprire le cose semplici (anche la costruzione di un muretto, come ha fatto l’autore), ritagliarsi del tempo per sé. Non è facile, al giorno d’oggi, una simile impresa, dobbiamo ammetterlo.
Questo è l’articolo del Corriere dove se ne parla, e che ha dato il via allo tsunami che ha investito l’autore e fatto viaggiare migliaia di messaggi per la Rete, creato post nei blog, smosso così tante persone a dire “Sì, mi sento anche io così”, “Vorrei poterlo fare”, “Lo sto facendo, e mi fa piacere non sentirmi solo”, “Adesso basta”, e così via.
Questo invece è un altro articolo tratto da La Stampa.
Simone Perotti è laureato in letteratura moderna, e si vede. Scrive bene, sa dosare le parole, le frasi hanno un senso (non sempre accade, eh). Si vede che dietro ciò che scrive ci sono anni e anni di letture non banali, occhi consumati su suoi 1400 libri (lo dice quando scrive del trasloco).
Una carriera nelle pubbliche relazioni in grandi aziende, multinazionali della consulenza. Tanto lavoro e tanti soldi. Ma qualcosa non andava. Fino a quando, imbottigliato nel traffico del Grande Raccordo Anulare di Roma, ha deciso che “Adesso basta”, la vita appartiene a noi, e non a questa società che da una parte ci blandisce con il consumismo e i doni che esso porta, ma dall’altra ci tiene prigionieri.
Ha quindi dato un cambio di stile netto alla propria vita. E con esso allo stipendio che essa gli portava. La vera difficoltà però non è la mancanza dello stipendio, ma la presa di coscienza che ora si è soli, che bisogna contare solo sulle proprie forze. Il risultato finale però vale tutti gli sforzi: la libertà.
Il libro racconta appunto la sua storia personale. Con grande introspezione, ma anche con ironia.
Dal titolo di “dirigente”, conquistato a soli 28 anni, alla cosiddetta “ora d’aria” (l’happy hour) di Milano, dove si progettano sogni tanti belli quanto dimenticati già alla mattina successiva.
La lettura è molto piacevole, e una volta iniziata è difficile smettere. Si possono capire tante cose sul “meccanismo” di cui (quasi) tutti facciamo parte. Lavorare tanto, per consumare tanto, e dover continuare a lavorare per mantenere i consumi, segno distintivo dell’appartenenza alla società.
Questa la pagina del sito della casa editrice – Chiarelettere – dedicata al libro.
Una bella e interessante scelta, e che magari sarà seguita da altri, è stata il prepara delle “pillole” informative sul libro nella forma di brevi filmati (meno di 10 minuti) caricati su YouTube.
su YouTube basta cercare “Adesso Basta (x) (www.simoneperotti.com)” (con al posto della “x” il numero della puntata in questione).
Al momento in cui scrivo l’autore ne ha pubblicati 5.
Qua sotto un’immagine di Simone Perotti tratta da uno di questi video.
Questo è il link del blog dell’autore sul sito della Chiarelettere, che mi sembra goda di maggiore considerazione e aggiornamento da parte dell’autore rispetto al suo sito personale.
Fisicamente il libretto ha l’aspetto tipico dei romanzi. Copertina delicata (appena un po’ più spessa delle pagine interne), carta rugosa ma leggera (infatti il libro pesa pochissimo), e rilegatura che più flessibile non si può.
Non ho trovato nemmeno un refuso (complimenti per la cura realizzativa).
Originale poi il mettere in alcune pagine con sfondo grigio all’inizio del libro, prima ancora del sommario, una serie di frasi “topiche” prelevate qua e là nel racconto, con a fianco il numero della pagina a cui appartengono.
Ancora più originale, se vogliamo, il modo in cui l’autore inizia la pagina dei ringraziamenti (molto contenuti comunque), che qui riporto per dovere di cronaca e perché merita:
“Non ho mai ringraziato nessuno in margine ai miei libri. L’ho sempre trovato un po’ arrogante. Qualcuno poteva dirmi: ‘Guarda che il libro è brutto. Era meglio se non mi citavi’”.
Effettivamente una pagina dei “Ringraziamenti” che iniziasse così non l’avevo mai vista.
Nel quinto capitolo – “Facciamo un po’ di conti” – l’autore scende nel grezzo regno dei numeri. Prendendo come riferimento due profili di persona tipici (con guadagni mensili di 3.500 e 5.500 euro netti al mese – a dire il vero valori piuttosto alti) mostra come in realtà i soldi ci sono, bastano e avanzano per portare avanti il proprio sogno. Ci si concentra non solo su come recuperare qualche quattrino facendo lavoretti estemporanei (magari basandosi sui proprio gusti, come la barca a vela per l’autore), ma soprattutto come ridurre le uscite, senza però scadere nell’avarizia (e qua l’autore ricorda alcuni gustosi fatti personali).
Un altro insegnamento positivo, e che apprezzo molto, è il riscoprire il lavoro manuale. Crearsi le proprie cose da sé. Non buttare quello che può essere aggiustato. Spaccare la legna, costruirsi semplici mobili, oggetti vari per la casa, e tenerla pulita. In un’epoca in cui si butta via tutto non appena subentra il più microscopico problema, è una bella idea controcorrente, ed torna utile in questo periodo di crisi.
In conclusione: se non essere iscritto a Facebook può essere considerato non accettabile ai giorni nostri (“Ma come, non ci sei su Facebook?!” – è la frase ricorrente), non avere letto questo libro può altrettanto essere visto come un essere estraneo a ciò che accade nella società.
Sommario
5 – Questo libro
11 – Avvio
45 – Tutto quello che non possiamo fare
78 – Cominciamo a lavorare
113 – Igiene comportamentale
142 – Facciamo un po’ di conti
180 – L’importante è incominciare
192 – Bibliografia minima del Downshifter
194 - Ringraziamenti
Titolo: Adesso basta
Autore: Simone Perotti
Editore: Chiarelettere
ISBN: 978-88-6190-085-1
Pagine: 208
Prezzo: 14 €
Data di uscita: 08 Ott. 2009