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Il brainstorming è una grande stupidata

…no, questo non l’ho detto io (anche se lo condivido), e nemmeno in questi termini, leggermente più “soft” di quelli reali (“Il brainstorming è una gran cazzata”), ma è il titolo di un recentissimo libretto della Sperling & Kupfer scritto da Nicola Zanella. Ne aggiungo anche uno molto simile (stesso prezzo – 16,50€ - e stesse dimensioni) sulla favola del gabbiano Charlie, che serve come esempio di vita per i capi e i manager al fine di migliorare le loro relazioni coi propri collaboratori e sottoposti.

Riunisco quindi insieme questi due formidabili libretti, da leggersi tutti d’un fiato in un solo weekend (ma da rileggersi in seguito con costanza ed attenzione).

 

 

Titolo: Il brainstorming è una gran cazzata
Autore: Nicola Zanella
Editore: Sperling & Kupfer
ISBN: 978882004782
Pagine: 128
Prezzo: 16,50 €
Data di uscita: Sett. 2009

 

Se rimangono nel portafoglio meno di 20 euro, consiglio vivamente di investirli in questo maneggevole libretto, divertente e irriverente a dir poco.

L’autore, Nicola Zanella, laureato in economia aziendale alla Bocconi, è stato manager in Wella Italia (dove si è occupato di organizzazione e marketing), prima di mettersi in proprio ed aprire uno studio che offre consulenza e formazione alle imprese per quanto riguarda strategie comunicative, di marketing ed argomenti correlati.

 

Il titolo del libro è fuorviante, nel senso che non si parla solo di brainstorming (è soltanto l’argomento del primo capitolo), ma di tutta una serie di supposizioni, certezze, stereotipi e luoghi comuni che regnano incontrastati nelle aziende di qualsiasi dimensione. Giusto per nominarne alcuni: la certificazione di qualità non serve a nulla (e qua concordo!), i master sono tempo e soldi sprecati, il capo migliore è quello bastardo (!) e le machiavelliche tecniche di vendita sono aria fritta, gli open space servono solo per fare casino (e lo dicevo già io in tempi non sospetti!) e chi più ne ha, più ne metta.

Insomma, ce n’è per tutti, anzi per “tutto”, e l’autore in 12 capitoli di una decina di pagine ciascuno riesce a smontare ogni convinzione e far capire come tante persone si affidano inutilmente a sedicenti “guru” (i quali però, a loro volta, incassano laute parcelle).

Mi sono letto questo libretto quasi tutto d’un fiato in una sola giornata. Ci sono troppe perle geniali che fa venire voglia di non riporlo mai. Comunque sarà utile ogni tanto rileggerselo in ordine sparso (la lettura di ogni capitolo non impiega più di 10 minuti).

 

I miei capitoli preferiti sono stati il decimo e l’undicesimo; il primo che fa capire come le aziende che mirano a fare utili rapidi siano si stiano in realtà scavando la fossa da sole, mentre il secondo che gli open space servono solo a creare baraonda. E come non nominare anche il capitolo 3, dove smitizza i master, fonte solo di soldi persi per chi li frequenta (e intascati invece per chi li somministra). Tra essi vogliamo non metterci anche le certificazioni Microsoft? Ma si, mettiamole di diritto!

O il capitolo 2 – “La carriera è solo un’illusione” – dove si legge che per freg…ehm motivare un dipendente basta dargli una qualifica lunga e altisonante (mi ricordo ancora un tizio che incontrai un paio di anni fa per una collaborazione informatica. Nel suo biglietto da visita c’era scritto “Chief Executive Officer” – cavolo, un CEO! – per poi rendermi conto che la sua azienda era solo lui…).  

 

Nel libro non ci sono immagini, solo testo, con alcune note riassuntive a margine, incorniciate in maniera originale.

Per gli aspetti relativi all’impaginazione del libretto, devo muovere un appunto: non si è ancora capito che è molto scomodo avere le pagine che non riportano in alto il capitolo di appartenenza. In questo caso non solo non si sa a quale capitolo una pagina appartiene, ma non c’è nemmeno l’intestazione con il titolo del capitolo stesso.

Servirebbe quindi un piccolo miglioramento per rendere questo libretto perfetto (sul contenuto, comunque, vero aspetto fondamentale di un libro, nulla da eccepire).

La copertina, essendo cartonata, è rigida e molto resistente, mentre la carta è decisamente grezza (vale lo stesso discorso anche per l’altro libro).

Questa è la pagina dedicata al libro.

Anche qua, però, nulla di scaricabile.

Tra l’altro sul sito è riportato che è composto da 160 pagine; in realtà sull’ultima pagina è riportato 117.

L’autore dispone di un sito, non un vero blog per, raggiungibile a questo indirizzo:

www.nicolazanella.com

 

Come si vede è molto “istituzionale” e di presentazione, ma piuttosto scarno come contenuti (le voci di menu hanno addirittura l’underscore che separa le parole; coraggio Nicola, si può fare di meglio ;-) ).

 

Spero davvero che questo libretto lo leggano in tante persone, soprattutto quelle, che come dice l’autore, hanno la qualifica sul loro biglietto da visita che copre ben due righe (e mamma mia quanti ce ne sono!).

 

Sommario

Introduzione

1 – Cap. 1: Il brainstorming è una gran cazzata

11 – Cap. 2: La carriera è un’illusione

21 – Cap. 3: I master sono soldi e tempo buttati

29 – Cap. 4: La grande impresa ha vita breve

39 – Cap. 5: I capi bastardi sono i migliori

49 – Cap. 6: Le presentazioni PowerPoint sono dannose

57 – Cap. 7: Le tecniche di vendita non hanno senso

67 – Cap. 8: La formazione manageriale non serve a una mazza

75 – Cap. 9: La certificazione fa perdere clienti

85 – Cap. 10: Fare utili e ridurre i costi porta al fallimento

95 – Cap. 11: Gli open space fanno solo casino

105 – Cap. 12: Chi lavora fino alle dieci di sera è uno stronzo

 

 

Questo è il secondo libretto.

 

 

Titolo: Siete una banda di incapaci!
Autore: Travis Bradberry
Editore: Sperling
ISBN: 978882004781
Pagine: 146
Prezzo: 16,50 €
Data di uscita: Sett. 2009 

 

Devo ammettere che prima di leggere questo libro non sapevo dell’esistenza dei manager “gabbiani”, come li chiama l’autore. I manager gabbiani sono quelli – oggi come oggi la maggior parte – che piombano dall’altro, sbraitano e si arrabbiano, danno degli incapaci a tutti (da qui il titolo del libro) e scompaiono con la stessa velocità con cui sono comparsi, lasciando i loro sottoposti a sbrigarsela da soli per risolvere i problemi. A chi non è mai capitato di incrociarne qualcuno sulla propria strada? Penso quasi tutti, me compreso.

L’autore allora dedica quasi tutto il libro a raccontare una fiaba, quella del gabbiano Charlie (il manager urlatore), che deve provvedere al sostentamento alimentare del suo stormo attraverso il cibo che riescono a rubacchiare al ristorante su cui sono accampati. All’inizio le cose si mettono male; il cibo scarseggia e la truppa è scontenta. Charlie non ha le basi del buon capo, e si limita ad urlare e a fare il capo “vecchio stampo”. Lungo la sua strada incontra allora altri personaggi: la tartaruga Oscar, la lontra Imata, il delfino Hui e il cane Annabel. Ognuno di loro gli insegnerà un pezzo delle tre regole base del buon manager: aspettative definite, comunicazione efficace e controllo della performance.

Questa storia, molto piacevole e leggibile, occupa la prima parte del libro (chiamata appunto “La favola”), che termina con il gabbiano capo Charlie finalmente redento e il suo stormo felice e sazio, che per di più verrà pagato (in cibo) per lo spettacolo “Gabbiani all’arrembaggio” che potrà offrire al pubblico del parco dove fino a quel momento si erano limitati a sottrarre i bocconi di cibo con le loro incursioni dall’alto.  

 

La seconda parte – le ultime 15 pagine del libro – riepiloga e trae le conclusioni della storia.

Riporto qua sotto le 3 regole commentate dall’autore, come le si possono trovare nelle pagine 68,  93 e 114 (visto che il sito non offre nulla di scaricabile, mi sono preso la briga di riportare qualcosa del libro).

 

1)      Aspettative definite
Assicurati che i dipendenti facciano le cose giuste nel modo giusto. Questo significa analizzare accuratamente quello che sarà richiesto ai dipendenti e come la loro prestazione sarà valutata in futuro, e ottenere il loro consenso e il loro impegno a lavorare per raggiungere gli obiettivi prestabiliti. C’è una grossa differenza fra il dire alle persone quello che ci si aspetta da loro e assicurarsi che abbiano capito del tutto quello che devono fare.

2)      Comunicazione efficace
Osserva ciò che i dipendenti dicono e fanno e parla apertamente con loro del loro lavoro. L’interazione del manager con i propri dipendenti genera le risorse, le indicazioni e l’apprezzamento di cui i dipendenti hanno bisogno per avere successo. La comunicazione è efficace quando è frequente e fa ricorso a un linguaggio che tutti comprendono.

3)      Controllo della performance
Fai attenzione alla performance di ogni dipendente e lodalo con la stessa frequenza e la stessa enfasi con la quale gli fai critiche costruttive. Controllando la performance aiuti la tua squadra a ottenere risultati migliori e a correggere gli errori.

La lettura è piacevole, scritta con caratteri grossi e un ampio interlinea (credo che anche mia madre non abbia bisogno degli occhiali per leggerlo).

Ci sono una manciata di immagini raffiguranti il gabbiano Charlie nelle varie situazioni in cui viene a trovarsi.

Se si vuole approfondire l’argomento, basta visitare il sito dedicato al libro www.squawkbook.com oppure il sito dell’azienda dell’autore, TalentSmart

www.talentsmart.com

 

Questa è la pagina del sito della Sperling dedicata al libro. 

Anche se sul sito è riportato che le pagine sono 160, in realtà l’ultima corrisponde alla 146esima.

 

Sommario

Parte prima – La favola

3 – Cap. 1: Il manager gabbiano

19 – Cap. 2: Un incontro fortuito

41 – Cap. 3: Aspettative definite

69 – Cap. 4: Comunicazione efficace

95 – Cap. 5: Controllo della performance

49 – Cap. 6: Un nuovo giorno

Parte seconda – Il modello

115 – Cap. 7: Le tre virtù dei grandi manager

135 – Cap. 8: Il costo del management stile gabbiano

143 – Cap. 9: Siete manager gabbiani?

 

Inutile dire che per le prossime feste natalizie (ok, è un po’ presto, ma è sempre meglio pensarci per tempo), un’azienda intelligente e avveduta non mancherà di acquistare un piccolo stock di questi libretti e renderli disponibili a tutti nella propria biblioteca.

 

E teniamo a mente il titolo dell’ultimo capitolo del libro di Zanella: “Chi lavora fino alle 10 di sera è uno stronzo”! (il perché dalle pagine 105 a 116).

 

Categoria: Books
martedì, 22 set 2009 Ore. 11.11

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