Sono passati ormai 3 anni e mezzo da quando ha lasciato il “Sistema” e lui, Simone Perotti, colui che alla fine del 2009 ha fatto conoscere (o riscoprire?) il downshifting a mezza Italia, inizia a tirare le somme della sua nuova vita, non da emarginato, non da semi-barbone, non da scheggia impazzita della società consumistica di oggi, ma da persona libera, che ha ripreso in mano la propria vita e il proprio destino.
Scrissi qualche commento sul suo primo libro sull’argomento proprio a ottobre del 2009, il “Adesso basta” di Chiarelettere che nel corso dei mesi successivi raggiunse le 10 edizioni e le 50.000 copie vendute.
Un successo che sorprese persino l’autore, obbligandolo ad una giostra di interviste, interventi, ospitate in diverse trasmissioni televisive, giornali, blog e pubblicazioni varie, senza contare gli interventi di persona per promuove il libro, cui ogni autore si deve sottomettere, volente o nolente.
Il manager del Risorse Umane con la passione per la lettura e la scrittura, si ritrovò il suo blog passare da una manciata di commenti per ogni post (spesso nemmeno uno), a 50 e più interventi di lettori, facendolo scoprire a migliaia di italiani che si riconobbero in lui e nelle sue idee, ovvero di dire basta al sistema di lavoro opprimente dei giorni d’oggi, dove non siamo uomini ma consumatori, dove non contiamo per le nostre idee e la nostra personalità ma solo per quanto possiamo seguire la triade “lavoro+spendo+consumo”.
Sul sito di Chiarelettere si parla addirittura di 80.000 contatti. Non sono un esperto editoriale, ma quanti sono gli scrittori italiani che possono vantare un tale seguito, a parte i soliti nomi noti del giornalismo?
Si poteva immaginare tanto clamore intorno a questo argomento?
Ho definito questo suo nuovo libro come una sorta di Service Pack 1 di “Adesso basta”. Chi mastica un minimo di informatica sa che il Service Pack di un software rappresenta un aggiornamento cumulativo che serve per risolvere alcuni bug e (soprattutto) per introdurre nuove funzionalità.
Nel caso di Simone Perotti quali potrebbero essere i bug? Sembra sorprendente ma si è scoperto che si può vivere addirittura al di sotto di quanto aveva preventivato. Ha dovuto infatti rivedere il suo budget al ribasso (penso con gioia e soddisfazione). Con tutta una serie di economie abitative si scopre che sono sufficienti ancora meno soldi, circa 800 euro al mese, invece degli oltre 1000 preventivati: si possono gestire meglio i piccoli lavoretti su cui ora campa (skipper e istruttore su barche a vela, creazione di opere d’arte artigianali e vendita dei libri), potendo sceglierli con la libertà di poter dir di no a qualcuno di essi.
D’altronde la vita in campagna – Val di Vara a La Spezia – costa meno che in una grande metropoli.
Si è reso conto che tante persone già vivono come lui, ancor prima che lui decidesse di mollare il suo prestigioso e ben retribuito lavoro milanese.
Mi verrebbe da pensare: ma tutti quei giovani di cui parlano in questi giorni la stampa e i media, che non solo non hanno un lavoro, ma nemmeno lo cercano, sono i primi seguaci di questo “scalare la marcia” per vivere in modo più semplice, con più sobrietà, ma con maggiore libertà e indipendenza? Chissà.
I primi 2/3 del libro sono un racconto corale. L’autore da’ spazio ai numerosi interventi di lettori, riportandoli con l’iniziale e la città (qualche volta), ovviamente, per rispetto della loro privacy.
Dopo aver letto e ascoltato migliaia di loro, può catalogarli in diverse categorie, ben 14: Gli economici, i convinti, gli arrabbiati, gli entusiasti, i rassegnati, i sorpresi, i downshifter, gli impegnati, gli antitaliani, i familiari, gli accoppiati, i ricchi, i responsabili e gli osservatori. Una bella cernita, non c’è che dire.
In tutto il libro non si parla, se non nelle ultime pagine, di politica. Non vengono mai nominati Berlusconi e Marchionne (ad esempio), ma si sente comunque la loro presenza, per quello che hanno fatto e soprattutto per quello che non hanno fatto. Perotti si dichiara non appartenente a nessuna fazione politica, ma riconosce in certi personaggi, Grillo e Saviano, la capacità di farsi portavoce di un malessere diffuso, di proporre cambiamenti ed innovazioni.
Bellissime le ultime pagine in cui si fa un’analisi spietata dei paradossi e delle ingiustizie del mondo lavorativo moderno. L’autore non solo sottolinea le incongruenze, le disuguaglianze e le ingiustizie, ma propone idee e soluzioni dettate dal buon senso e dall’intelligenza.
Anche qua tanti i riferimenti di vita personale, vere chicche sparse qua e là nel racconto.
Il libro, come anche lo era “Adesso basta”, si fa leggere con estrema fluidità, grazie alla notevole capacità di scrittura e di scavare nel profondo della società e nelle aspettative dei 30-50enni di oggi.
Significativo il suo intervento, a pag. 165, di fronte ad un platea di suoi ex simili, manager delle risorse umane, in cui esordisce chiedendo (riassumo): Come pensate di trattenere i vostri migliori talenti se la maggior parte di loro mi scrivono nel mio blog chiedendomi come fare per iniziare questa nuova vita? Cosa avete da offrire loro? Non sono i soldi a cui sono interessati, dato la maggior parte di loro guadagna già abbastanza.
Il prezzo del libro è rimasto uguale a quello di Adesso Basta, 14 euro, mentre le pagine sono calate leggermente di numero (ora sono poco più di 200). La carta e la rilegatura sono quelle consuete della Chiarelettere: carta rugosa ma non troppa, font piccolo ma molto leggibile, e rilegatura abbastanza flessibile che permette di leggerne le pagine piegando il libro (come quando lo si legge sui mezzi pubblici, ad esempio).
Qua sotto il video trailer del libro, tratto da YouTube.
Qua sotto un’immagine di Simone Perotti.
Essendo lui un uomo freddoloso, ne ho scelta, tra le tante disponibili in rete, una che lo ritrae nel suo mondo preferito – il mare – e dove, credo, la temperatura è per lui quella più congeniale.
So già che ad oggi, chi si è appassionato e si è ritrovato in Adesso Basta, questo nuovo libro avrà già finito di leggerlo.
Forse la prossima puntata sarà cinematografica. A quanto si legge su Panorama, i diritti di sceneggiatura sono già stati venduti ad una casa produttrice italiana. Chi impersonerà Perotti? Ai posteri l’ardua….scelta.
Sommario
7 – Premessa: Prima che sia tardi
9 – Questo libro
15 – Noi e il Sistema che ci circonda
51 – Dopo il downshifting. Scoperte (buone e cattive)
107 – Il popolo dei downshifter. Storie e commenti
149 – Imprese e lavoro. Fallimento della prospettiva collettiva
203 – Conclusioni
209 - Ringraziamenti