Finalmente sono giunto alla fine di questo librone che mi ha tenuto impegnato, anche se non a tempo pieno, alcuni mesi. Paolo Guzzanti, il padre dei bravi comici Sabina e Corrado, nonché famoso giornalista e scrittore, ha raccolto in questo tomo una sua lunga intervista fatta all’attuale premier nel luglio 2000 a Villa Certosa in Sardegna, dieci anni esatti fa, ma ancora interessante ed attuale per capire “la fenomenologia Berlusconi” (parole sue) ed anche la politica che gli ruota intorno (non il contrario, si badi bene).
Il libro però non è composto soltanto dall’intervista – divisa comunque su più sezioni, e non somministrata tutta insieme – ma ci sono parecchie aggiunte: stralci di interviste a uomini politici e non solo, estratti di articoli di vari quotidiani e riviste nonché, ovviamente, il racconto in prima persona dell’autore.
Mamma Rosa, la madre di Silvio, e Fedele Confalonieri, presidente Mediaset, hanno anche loro diverse pagine di interviste, più o meno mirate sull’argomento di cui si sta parlando in quelle pagine del libro.
Guzzanti – è utile tenerlo presente – faceva parte di Forza Italia, avendo visto in Berlusconi, agli inizi della sua carriera politica, l’uomo nuovo, fatto da sé, capace di cambiare in meglio le sorti dell’Italia.
Ne è però uscito nel 2008, per motivi diversi, ma direi tutti riconducibili alla fama di potere, al senso di impunità, alla gestione della politica mista coi suoi affari privati, e soprattutto per un uso (mi sembra il termine più corretto) del mondo femminile per fini personali e propagandistici.
Il termine “Mignottocrazia”, proprio coniato da Guzzanti”, è riferito alle famose D’Addario, Noemi, etc., responsabili di aver imbarbarito la politica italiana, reso una cattiva immagine all’estero, e non ultimo aver anche messo in imbarazzo lo stesso Berlusconi, oltre ad aver causato il divorzio dalla moglie Veronica Lario.
Le parti migliori del libro, a mio modo di vedere, sono l’inizio e la fine, in cui Guzzanti illustra con amara ironia ciò che pensa di Berlusconi uomo e politico. Al di là delle inevitabili preferenze e simpatie che ognuno di noi può avere, bisogna sforzarsi di essere il più obiettivi possibile. Impresa non facile, lo so: anche nel mio ambiente di lavoro, ad esempio, quando si parla di Berlusconi non ci sono mezze misure. O lo si ama totalmente, con Fede (Emilio) assoluta, o lo si odia come si odierebbe il peggior male della terra.
Indubbiamente, tale Silvio, è una persona dotata. Checché se ne dica, nessuno come lui (perlomeno nei tempi moderni) ha costruito e ottenuto successi ed imprese nei vari campi in cui si è adoperato.
È anche assodata, però, la sua capacità di autodistruggere quanto di buono può aver realizzato.
Le sue comparsate e le sue battute durante le riunioni dei grandi della Terra fanno rabbrividire. La sua insopprimibile sessualità latente (chiamiamola così) crea più problemi ed imbarazzi che vantaggi personali.
La sua voglia di comandare, di credersi un semidio, di non voler ascoltare critiche o anche solo voci leggermente meno adoranti del solito lo rende nervoso, e antipatico di fronte ad una grossa fetta degli ascoltatori. Le sue leggi, create ad hoc per evitargli le grane giudiziarie che da sempre lo accompagnano.
Mi ricorda molto quanto si sentiva ripetere nelle scuole elementari degli anni ’70: il bambino è molto intelligente, ma si applica poco. In questo caso direi che si applica male, e rischia di annebbiare e far dimenticare i lati positivi donati dalla Natura. E che dire il “Ghe pensi mi” di questi giorni?
Ad alcuni può voler significare. “Esisto solo io, e senza di me il paese crolla”.
Ma se Berlusconi dovesse ammalarsi, o peggio, morire, l’Italia arretrerebbe di colpo al livello dello Yemen?
Ma qua stiamo divagando, e in questo post vorrei invece parlare solo del libro.
La sua bellezza si dipana pagina dopo pagina. In ognuno dei numerosi capitoli si impara qualcosa sulla storia della propria nazione. Da Berlusconi impresario edile e creatore degli innovativi Milano2 e Brugherio, all’avvio della televisione privata italiana, fino alla discesa nell’agone politico. Inframmezzato a tutto ciò un turbinio di incontri, accordi, patti e alleanze più o meno trasparenti, come quelle con Craxi (prima) e con Putin (dopo), allo scopo di incrementare ciò che più interessa a Berlusconi. I soldi? No, il potere, il più possibile assoluto e indiscusso. E, come afferma Guzzanti, l’ultima moda per accrescere il proprio potere è gettarsi nella mischia della distribuzione dell’energia: se poi proviene dagli amici Vladimir (Putin) e Gheddafi meglio ancora.
Ora, io sono un tecnico, non un esperto conoscitore di vicende politiche e giornalistiche collegate, ma vorrei sapere quanti seguaci di Berlusconi, dopo aver letto queste pagine, non si sono posti qualche domanda o abbiano avuto qualche dubbio esistenziale. L’immagine che ne traccia Guzzanti direi che non è propriamente luminosa. E mi pare strano, che un libro del genere, potenzialmente detonante come una bomba atomica, non abbia avuto l’eco che si meritava. Rimane da tenere presente comunque l’animo – magari leggermente rancoroso - con cui Guzzanti, appena uscito dall’orbita berlusconiana, possa avere scritto le proprie pagine e aver reso partecipe il lettore delle proprie supposizioni.
Alla metà del libro ci sono una trentina di fotografie che ritraggono Berlusconi nei momenti topici della sua vita, da neonato fino ai giorni nostri.
Guzzanti, pur avendo un’invidiabile facilità di riempire pagine e pagine, riesce a tenere desta l’attenzione del lettore grazie alla verve e all’ironia della sua scrittura. Il libro quindi si legge piacevolmente, è persino divertente in certi passi, e il fatto di essere suddiviso in parecchi capitoli non troppo lunghi aiuta il lettore nella sua impresa di lettura dilazionata nel tempo.
Le ultime pagine contengono una lunga e dettagliata cronistoria della vita di Berlusconi, dal 1936 alla fine di novembre 2009. Manca purtroppo, in quanto avvenuto dopo la pubblicazione del libro, il perfetto lancio del mini Duomo di Milano sulla faccia del premier da parte dell’ “incapace di intendere e di volere” Tartaglia.
Chissà come Guzzanti avrebbe commentato questo fatto.
Fisicamente il librone ha un aspetto molto robusto: copertina rigida e spessa, carta resistente e talmente grezza da asportare qualsiasi film idrolipidico dalle mani. Il prezzo, considerando il contenuto e la massa, è più che onesto.
Per chi è interessato all’acquisto, questo è il link su IBIS
mentre questo è quello sul sito della Aliberti Editore.
ricordo che Paolo Guzzanti ha un proprio blog, a questo indirizzo www.paologuzzanti.it
dove scrive lunghi e meditabondi post con una discreta frequenza.
Parlando di frequenza, a quanto pare sono anche molto frequentati, dato che ogni suo articoletto riceve in media qualche centinaio di commenti.
C’è anche una pagina con la lunga descrizione della sua vita.
Sorprendentemente questo post possiede un numero incredibile di refusi, caratteristica che strida con la precisione e accuratezza del giornalista (sarà il caso di provvedere?).
Consiglio inoltre di dare un’occhiata a questo breve ma ironicamente divertentissimo video di Guzzanti che parla in russo maccheronico (il video si chiama infatti “Colbacco”) a questo link su UStream.
Insomma che dire, se si ha un po’ di tempo a disposizione (tanto), voglia di conoscere meglio la politica italiana (impresa ardua ma non impossibile), capire come mai siamo lo zimbello a livello internazionale (ahimè), e soprattutto aprire gli occhi sulle bene (poche) e male (tante) fatte di chi ci governa, questo libro risulta essere una lettura molto stimolante ed istruttiva.
Davvero originale e simpatica la nota di chiusura posta dalla Ariberti Editore nell’ultima pagina del libro. Merita di essere riportata:
“Questa parte di albero è diventata libro sotto i moderni torchi di XXX nel mese di dicembre 2009.
Possa un giorno dopo aver compiuto il suo ciclo presso gli uomini desiderosi di conoscenza ritornare alla terra e diventare nuovo albero.”
Sommario
5 – Nota dell’autore
13 – Introduzione
47 – Fenomenologia di Silvio Berlusconi
61 – “Prova a capire che tipo è Berlusconi…”
75 – “Modestamente ero un bambino prodigio”
87 – L’ascesa come costruttore “Modestamente ero un costruttore prodigio”
121 – Mamma Rosa: “Al mio Silvio è sempre piaciuto comandare”
125 – “Giuro, fu tutto regolare”. Parola di Dell’Utri
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127 – Umberto Bossi: “E’ un Peròn della mutua peggio di Pinochet”
133 – “Le dieci domande della ‘Padania’”…
139 - …E le sette di Critica Liberale
143 – Gli strani correntisti della Banca Rasini
153 – Padrone del “Giornale”, ma non di Montanelli
159 – “I comunisti mi riempivano di zanzare”
165 – Quel mafioso era un bravo ragazzo, quasi un eroe
171 – Dall’edilizia alla pubblicità
181 – Scoppia la guerra tra Berlusconi e De Benedetti
187 – Craxi disse: “Ma che cazzo vuole ancora Silvio?”
203 – “Mentre abitavate nelle caverne, noi eravamo già froci”
207 – “A me, mi hanno rovinato Bettino e Giulio”
209 – La sera andavamo ad Arcore
229 – “Ho cambiato la vita alle donne d’Italia”
233 – Il proto-Berlusconi liberale
239 – “… Se solo mi lasciassero fare come mi pare…”
247 – “Saremmo sotto un ponte o in galera”
267 – Il disastro del summit di Napoli
271 – La cena delle sardine
277 – Se passasse il conflitto di interessi governerebbero dei perfetti incapaci
281 – “Populista e peronista, però democratico”
289 – “La politica mi è costata una fortuna”
291 – Berlusconi-Putin: un’amicizia a tutto gas
295 – La Politkovskaja disse di Silvio
301 – Tutti in coro per Vladimir
321 – Stalin: il primo amore non si scorda mai
335 – Gli applausi indecenti
359 – Mignottocrazia una classe dirigenziale selezionata per sex appeal
379 – “La mia sorbona sul lettone di Josianne”
385 – Mamma Rosa: “Il mio schiaffone a Silvio”
395 – Tutti a Casoria domenica sera
400 – “Una Carlucci, una Cuccarini, questo sogno”
407 – Nota diplomatica: niente abbracci al Berlusca
415 – Una escort per amico
433 – Un papa per amico
463 – “Il mio anticomunismo risale al ‘48”
469 – Confalonieri: un po’ Re Sole e un po’ Ceausescu
471 – Berlusconi il traditore
493 – Il tramonto
521 – Cronologia essenziale
559 – Indice dei nomi