Quando i nostri PC diventano lenti (
choppy come dicono gli Inglesi), la spia dell’hard disk non smette più di lampeggiare, e passano dei minuti affinché una determinata applicazione risponda ai nostri comandi, probabilmente vuol dire che il nostro sistema non ha sufficiente RAM. È, come si dice, in
Memory Pressure.
Il problema esiste fin da quando sono nati i PC, ma solo ora sono state sviluppate da Microsoft delle tecnologie Hardware e Software in grado di risolvere gran parte di questi problemi. Gli Hard Disk sono diventati sempre più veloci, infatti dall’interfaccia ATA33 siamo passati al SATA2, da 4200 RPM siamo passati ai 10.000 e dai 2 Mb di DRAM Buffer siamo passati a 16; oggi le prestazioni medie di un HD in lettura sequenziale sono 80 Mb/s. Il seek time (ovvero il tempo che ci mette la testina dell’HD per incominciare a leggere un certo settore) però non è affatto migliorato in modo così evidente: oggi abbiamo una media di 10 ms per gli HD da 3,5” e di 12,5 ms per quelli da 2,5” (HD da notebook). Questo fa si che le prestazioni medie per leggere file non sequenziali (cioè a random per l’intero disco) limitano il troughput a solo 1 Mb/s.
Il fatto di dover accedere al disco quando la RAM è esaurita quindi non è una buona situazione in cui trovarsi. Avere quindi 2 Gb di RAM è la soluzione
migliore per risolvere i problemi di Memory Pressure, ma anche questo oggi non basta per vedere la nostra applicazione preferita aprirsi istantaneamente.
Sui Notebook soprattutto l’Hard Disk è un collo di bottiglia per le prestazioni del computer, ed è quello che consuma, con le sue 5400 rotazioni al minuto, dall’8 al 10% della batteria.
Il team del Windows Hardware Innovation Group ha ideato però tecnologie in grado di migliorare sensibilmente la velocità di accesso al disco e di prolungare la durata della batteria. In più la nuova gestione della RAM e la possiblità di sfruttare una memoria flash come cache addizionale per la ram velocizza notevolmente l’avvio delle applicazioni e l’uso generale del computer.
Incominciamo quindi a descrivere in dettaglio queste nuove tecnologie.
Oggi parliamo di...
Windows SuperFetch™: è un’innovativo sistema di gestione della ram che precarica in memoria le applicazioni usate più spesso. Non si basa semplicemente (come accade ora) su un algoritmo tipo
Last Recently Used, ma è ottimizzato sull’uso e la frequenza con la quale i file o i programmi vengono aperti, e su come, caricando un programma ne venga aperto successivamente un’altro in conseguenza di quello. Il sistema è in grado di rilevare nell’arco della settimana quali sono le applicazioni utilizzate, quindi se nei giorni lavorativi utilizzate più spesso Word, Excel e Outlook, mentre di sabato e domenica utilizzate generalmente dei videogiochi, Windows SuperFetch
™ se ne accorge e carica di conseguenza i file necessari per un’avvio più rapido di tutte queste applicazioni.
La tecnologia gestisce al meglio anche situazioni di Memory Pressure, e durante il PreCaching delle pagine sfrutta il nuovo meccanismo del Low Priority I/O di Vista in modo da non interferire con le prestazioni percepibili dall’utente.
I vantaggi, testati di persona, sono i seguenti: potrete notare Microsoft Word avviarsi istantaneamente al primo avvio sulla macchina (su XP il primo startup richiede sempre qualche secondo). Anche Firefox e OpenOffice (applicazioni note per la loro estrema lentezza in avvio) partiranno senza attese.
Come potete vedere dallo screenshot, il prezzo da pagare è la necessità di avere più Ram. Windows Vista infatti richiede come minimo 512 Mb, ed è consigliato averne 1 Gb. Considerando che al giorno d’oggi 1 Gb di DDR costa circa 80 Euro, la spesa vale sicuramente i vantaggi che questa tecnologia offre.