There's no place like home...page?
La convalescenza mi ha forzata a casa mia (anzi, la casa dei miei genitori) per un pò. Prima di partire da Venezia mi annoiava molto l'idea, non per i miei familiari (ASSOLUTAMENTE!!) ma perchè pensavo che la vecchia vita di casa potesse essere "barbosa" e che l'aria della mia città finisse solo per mettermi tristezza.
Invece il potersi risvegliare e trovare la colazione in tavola o almeno la dispensa sempre piena, la casa calda, sentire i miei trafficare in cucina, scambiare 2 battute al risveglio con la mia sorellina vicina di letto, stare con Francesco ogni giorno, il cercare tra le mie vecchie cose e trovarne alcune di cui avevo completamente rimosso la memoria, beh erano sensazioni che avevo completamente dimenticato.
Ora la sola idea di riprendere la vita solitaria veneziana mi pesa molto e non nascondo che più di una volta in questa settimana ho pensato se darci un taglio o meno. Ma qual è lo scotto da pagare per questa calorosa vita familiare? L'essere senza lavoro o ridurmi al massimo a fare la commessa in uno dei tanti (troppi) negozi di vestiti della città.
Una riflessione di valutazione/cambio lavoro/città è sempre in atto ormai da 1 anno, ma tornare a casa per così tanto tempo mi mette seriamente in difficoltà.
Non sono un tipo mammone, nè mi adagio sui miei per risorse di qualsiasi tipo, ma la casa è sempre la casa...
Non sempre vale la frase appesa sulla mia porta di casa padovana (2005):
THERE'S NO PLACE LIKE 127.0.0.1 oppure la variante sul tappetino del mouse THERE'S NO PLACE LIKE HOME PAGE.
There's no place like home. Punto.
mercoledì, 22 nov 2006 Ore. 00.27