E mentre leggo documenti da alcune ore, con la guancia poggiata sulle nocche della mano e con in sottofondo il rumore tenue delle pagine che sfoglio di tanto in tanto, mi rendo conto che riesco a sentire il brusio dei gas che si muovono nel condizionatore e dei rari passi fuori dalla porta. C'è un silenzio strano, accompagnato da lontani brusii.
Rumori di fondo, ma unici compagni di questi giorni. Butto un occhio su uno schermo, poi sull'altro, poi torno a leggere le mie carte.
E con la mente torno a Padova, con i rumorosi ma piacevoli compagni di avventura. Poi ancora più indietro, a Venezia, nei pranzi conditi con risate a crepapelle.
Scuoto la testa per mettere di nuovo a fuoco il presente e torno a leggere.
Questo rumore di fondo continua fisso e imperterrito e io non riesco a non pensare che sono sola.
"Cosa devo fare?" - mi chiedo. "Come faccio ad uscire da qui?"
Pensavo di aver trovato il mio futuro facendo un balzo intrepido in avanti e invece sono finita in un fosso dalle pareti alte e scivolose.
Riprendo a leggere le mie carte, forse loro mi aiuteranno a fare un passo verso l'uscita.