Sono indeciso.


Se il mondo crolla non devo preoccuparmi: è solo il mio punto di vista.

Risorse del territorio

Il primo passo da fare per uno stato che si trovi al punto zero è quello di valorizzare le risorse statiche del territorio per mettere in moto l'economia.

Queste vanno principalmente distribuite alla popolazione con lo scopo di sviluppare risorse come il lavoro, l'istruzione e le arti.

Solo in casi eccezionali possono essere vendute ad altre nazioni in cambio di soldi, anche perchè esse sono la base su cui è calcolato il valore della nazione stessa. Questo valore può e deve essere convertito in valuta nazionale indispensabile a sostenere l'economia.

In pratica il governo stampa un certo numero di soldi, non importa quanti, essi nella totalità avranno il valore delle risorse di cui il paese dispone.

Vendere risorse statiche ad altre nazioni, permettere che vengano prelevate quelle dinamiche senza alcuna regola che preservi un equilibrio economico nello scambio o spostare aziende o risorse umane in altre nazioni impoverisce la nazione.

Torniamo però alla nazione virtuale che deve creare un'economia da zero (la chiameremo utopia da ora in poi).

Il governo di utopia distribuisce una pari estensione di risorsa terreno ai suoi abitanti, poi stampa  un milione di monete che rappresentano il valore del resto delle risorse statiche del paese e li distribuisce sempre in pari quantità al popolo, specificando che quei soldi saranno richiesti indietro al termine di un ciclo temporale che in questo caso viene stabilito ad un anno.

Quei soldi vanno quindi impiegati per costituire attività lavorative, in primo luogo di gestione e trasformazione delle risorse dinamiche del territorio, poi i servizi al cittadino, l'istruzione, le arti e l'intrattenimento, ecc.

Il prodotto di questo lavoro sarà il benessere, ovvero nuove risorse a disposizione di tutti.

Questi nuovi prodotti, nella parte eccedente, potranno essere scambiati con altre nazioni per ottenere altri beni, risorse dinamiche, o risorse statiche (anche se questo è sconsigliabile visto che equivarrebbe a impoverire altre nazioni).

Vista la natura temporanea dei beni statici sarebbe opportuno per una nazione porsi l'obbiettivo di affrancarsi da essi puntando a sostituirli con risorse dinamiche facilmente rinnovabili.

Anomalie attuali:

Molti paesi ricchi di risorse del territorio li svendono in cambio di soldi che non hanno alcun valore (visto che il loro valore è dato dalle risorse possedute dalla nazione), non li mettono poi a disposizione dei propri cittadini andandoli a reinvestire per comperare beni da altre nazioni.

Questo è abbastanza facile da capire, forse lo è meno se pensiamo ad una azienda italiana che sposta la produzione all'estero, o a un promettente scienziato che emigra per trovare spazio lavorativo: è esattamente la stessa cosa, si cede una propria risorsa ad un altro paese e ci si impoverisce. Anche comperare beni esteri (ad esempio cinesi) senza mantenere un giusto equilibrio import/export equivale ad impoverirsi.

mercoledì, 09 set 2009 Ore. 12.46
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