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IN PUNTO DI MORTE
Separato dal mio corpo, come sospeso nell’aria, vigile e cosciente senza
però poter comunicare con esseri umani, vedo dall’alto il mio involucro di
carne, esanime, quasi abbandonato, circondato da medici, e mi fa quasi pena
osservarlo: Come ho potuto sopportare di essere imprigionato dentro quel corpo
debole come straccio, limitando tutta la mia immensa potenzialità spirituale?
Eppure al tempo stesso comprendo, pur non avendo la benchè minima voglia di
rientrare dentro quel guscio, che fin quando ero all’interno, esso aveva la
stessa importanza d’un cofanetto, contenente una collana preziosa di
inestimabile valore. La collana infatti, è importante quanto il cofanetto
perché è contenuta dentro, e se si perde il cofanetto, si smarrisce anche la
collana. Ma una volta che la si tira fuori, il suo contenitore non serve più.
Così è il corpo umano
fin quando un essere creato da Dio vive in esso, è tempio dello Spirito
Santo, prezioso quanto l’anima. La sensazione che avverto, riferendomi alla
visione di quello che era il mio corpo fisico, è quella di essermi tolto di
dosso un abito, un po’ come la tuta spaziale, che è fatta solo per permettere
all’astronauta di vagare nello spazio, ma non è la sua vera pelle, solo un
adattamento all’ambiente. E’ davvero piacevole e surreale quello che mi sta
succedendo; la cosa più bella è che non avverto più dolori, sofferenze,
esigenze fisiche e mi trovo in uno stato di profondo benessere, slegato da
tutto ciò che è materia. Contemporaneamente rivedo come in dimensione
tridimensionale, scorrere il film di tutta la mia vita, dalla nascita sino ad
ora, ma con occhi di verità e giustizia, come se io fossi spettatore e giudice
di me stesso, soffrendo per gli errori commessi e provando gioia per quanto
fatto di buono. E’ sorprendente come tutto sia stato accuratamente registrato,
anche la più impercettibile parola, ed io ora posso ascoltare ogni dialogo e ogni
discorso come fossero amplificati. Posso rivedere tutto: situazioni, immagini,
persone care. Da questa incredibile visione, mi rendo conto di essere da sempre
seguito con minuziosa attenzione, e direi con amorevole cura; nella vita non si
è mai soli, anche quando lo si crede, ed io ora lo so. Poi, d’improvviso, mi
sento chiamare, ma solo col pensiero, senza udire una voce specifica; sono
tranquillo, capisco di essere in buone mani, di potermi fidare. Vengo
trasportato da una forsa sconosciuta ed amica, lascio la camera dell’ospedale
ed entro in un tunnel, che solo all’inizio mi procura una leggera paura, poi,
intravedo l’uscita, ritorno sereno e curioso. Una volta fuori, vedo luce, luce,
e ancora luce. Sento amore, amore, e ancora amore. Mi sento amato. Sono immerso
in una condizione di pura libertà, avverto pace ed un senso di immortalità. Vi è una frase nel Vangelo, che
io sento forte in me perché rispecchia perfettamente quello che provo. Sono le
parole che Gesù disse sulla croce prima di morire: “Padre, nelle tue mani
consegno il mio spirito!”. Ora io comprendo più che mai, che il mio spirito è
nelle mani di Dio. Ma lo era anche quando vivevo nel corpo, sulla terra, solo
che non ne intuivo la profondità e il vero significato. La vita, sia quella
fisica, sia quella spirituale, è tutta un miracolo, se l’uomo potesse
finalmente rendersene conto! I meravigliosi colori che vedo sono talmente belli
che non si possono descrivere, ma sono colori diversi da quelli terrestri. Così
come i suoni e i canti che odo. Vedo ma non con gli occhi, sento ma non con le
orecchie, comunico con il Padre ma non con la voce: L’amore è troppo forte per
poterlo quantificare, la libertà troppo sconfinata per poter scorgere
orizzonti, tutto sa di eternità. E’ un luogo senza fine, sa di cielo.
So che saranno molti quelli che non mi crederanno, ma sono sereno
ugualmente, so che ci arriveranno anche loro.
sabato, 02 mag 2020 Ore. 10.35
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