La Commissione Europea ha inflitto una maxi multa da 1,06 miliardi di euro (“miliardi”, non milioni, si badi bene) alla Intel per abuso di posizione dominante e pratiche anticoncorrenziali nel periodo che va dal 2002 al 2007, ben 5 anni quindi.
È la più elevata multa mai affibbiata ad una singola società da quando esiste la UE.
Da quanto si legge dal sito del Corriere o della CNN le motivazioni sono più che valide.
La Intel avrebbe infatti:
“…effettuato pagamenti diretti in favore di un grande distributore a condizione che questo vendesse esclusivamente computer dotati di processori x86. Questi sconti e pagamenti hanno effettivamente impedito ai clienti, e, in fin dei conti, ai consumatori, di rivolgersi a prodotti alternativi”.
Non solo, ma avrebbe anche effettuato forti sconti ai distributori di pc affinchè utilizzassero i suoi processori, ai danni della concorrenza (AMD in primis).
E io che mi chiedevo come mai nei pc in vendita si trovassero solo e soltanto chip “Made in Intel” (beata innocenza…).
La cosa che personalmente mi sorprende è come mai la Intel abbia dovuto ricorrere a questi mezzucci di bassa lega per imporsi sul mercato. I suoi processori sono di qualità, e non credo abbiamo bisogno di “spinte” per farsi accettare.
Mi sembra un’azione forte: una multa di tale portata (che potrebbe portare sul lastrico parecchie medie/grandi società) non può che far riflettere chi ha il potere di decidere i nostri acquisti e le direzioni in cui va il mercato.
Viene da chiedere come mai in Italia – giusto per guardare nel nostro giardino – le varie Telecom, ENI, Vodafone (vedi mio post di 30 minuti fa) possano fare quello che vogliono e restare bellamente impunite.