Praza de Cresia. In Rete dall'11\06\2006


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Anno 2007

Anno 2006

Vita Nostra. Il Pallio del Buon Pastore

     VITA NOSTRA 29\2006 Col solenne rito dell’imposizione del Pallio metropolitano da parte del Santo Padre Benedetto XVI, nella gioiosa circostanza della festa dei santi Pietro e Paolo apostoli, tenutasi il 29 giugno nella brande basilica del Vaticano, si sono completati i primi atti dell’immissione nel pieno servizio apostolico alla Chiesa di Oristano del nostro nuovo Arcivescovo mons. Ignazio Sanna. La consegna del Pallio è da sempre uno dei gesti più significativi della vita della Chiesa. Costituito nella sua forma attuale da una fascia fatta con la lana di due agnelli allevati dai Padri Trappisti dell’Abbazia delle Tre Fontane di Roma, viene indossato normalmente dal papa (Benedetto XVI ha rimesso in uso un pallio particolare che solo il Pontefice può usare) e in determinate circostanze dagli arcivescovi metropoliti, come espressione della comunione con il Romano Pontefice. Insegna dapprima esclusiva del Papa, il pallio venne in seguito (intorno al sec. VI) accordato anche a quei vescovi che avessero ricevuto dalla Sede Apostolica una speciale giurisdizione (i metropoliti). Durante la Santa Messa, nella solennità degli apostoli Pietro e Paolo, dunque il Papa ha imposto il pallio a 27 arcivescovi, tra cui cinque italiani: il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, monsignor Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara-Penne, monsignor Luigi Conti, arcivescovo di Fermo, monsignor Andrea Mugione, arcivescovo di Benevento e il nostro Pastore monsignor Ignazio Sanna. Attraverso gesti semplici e suggestivi simboli, pienamente significati da parole profonde ed esigenti, il nostro Pastore, insieme agli altri arcivescovi presenti quasi a simboleggiare tutta la Chiesa sparsa nel mondo, è stato investito di questo particolare ministero che, in qualche modo, completa e realizza tutti i contenuti della sacra Ordinazione ricevuta il 25 giugno nella nostra Cattedrale. La chiave di lettura per comprendere in profondità l’alta valenza spirituale che ha in sè questa semplice striscia di lana, è racchiusa nella preghiera di benedizione che Benedetto XVI ha pronunciato: “O Dio, pastore eterno delle anime, da te chiamate, per mezzo del tuo figlio Gesù Cristo con l’appellativo di pecore del gregge e il cui governo hai voluto affidare, sotto l’immagine del buon pastore, al beato Pietro apostolo e ai suoi successori, effondi per il nostro ministero la grazia della tua benedizione sopra questi palli, scelti a simboleggiare la realtà della cura pastorale. Accogli benigno le preghiere che umilmente di rivolgiamo e concedi, per i meriti e l’intercessione degli apostoli, a coloro che per tuo dono indosseranno questi palli di riconoscersi come pastori del tuo gregge e di tradurre nella vita la realtà significata nel nome. Prendano su di sé il giogo evangelico imposto sulle loro spalle e sia per loro così lieve e soave da poter precedere gli altri nella via dei tuoi comandamenti con l’esempio di una perseverante fedeltà, fino a meritare di essere introdotti nei pascoli eterni del tuo regno.” Non di semplice emblema o di grado si tratta, quindi, ma di un eloquente segno di comunione col Pastore della Chiesa universale. Il pallio richiama il Metropolita che lo indossa ad uno stile pastorale in linea col Vangelo, ad un servizio episcopale in sintonia col cuore del Buon Pastore, ad una vita sobria e pura come la lana di cui è fatto; infine il pallio deposto sulle spalle dell’Arcivescovo è chiaro segno del “giogo soave, dolce” e impegnativo che grava sulla responsabilità del Ministro-Pastore della Chiesa. Il Signore Gesù presente in mezzo a noi nel segno del Vescovo, vuole guidarci nei sentieri della vita, nella costruzione del suo regno… spetta a noi l’impegno per essere gregge docile e attento. Tonino Zedda
Categoria: Rassegna stampa
sabato, 29 lug 2006 Ore. 00.13

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