LA NUOVA SARDEGNA
Orune, a Su Cossolu la via Crucis di Censi
Le 15 stazioni ad acquerello donate dalla famiglia Bonamici
ORUNE. Inizia la novena in onore
della Madonna della Consolata, Su Cossolu per la gente del posto, con
un addobbo di eccezione. È la via Crucis, 15 stazioni, ad acquerello,
opera di Giovanni Censi, famoso pittore e sacerdote-teologo, originario
di Gerano (Roma). È stata donata dalla famiglia di Tonino Bonamici,
sino a 6 anni fa titolare della galleria L’Iride che, dopo oltre 30
anni di attività, non ha dismesso del tutto la veste di operatore
culturale. «Organizziamo le mostre senza speculazione» ha sostenuto
Bonamici, la cui casa è un autentico museo d’arte, con le firme più
prestigiose, e ama parlare di pittura lamentando la mancanza in
Sardegna di una fondazione che possa garantire l’autenticità di
un’opera. Nel dna dei Bonamici c’è anche una sana propensione alla
donazione. La Via Crucis regalata a Su Cossolu e accolta con vivo
entusiasmo dalla famiglia Goddi, una delle 5 famiglie che a rotazione
gestiscono la festa, non è l’unico gesto dei Bonamici: nel 1999 una via
Crucis (Censi), 15 opere ad olio su tavola, è stata donata alla chiesa
Beata Maria Gabriella di Nuoro; nel 2003 un’altra via Crucis (Censi),
14 opere ad acquerello-tempera su cartoncino, alla chiesa nuorese ed è
esposta nel Seminario Vescovile. Un’altra opera di Censi è esposta al
comune di Bottida, mentre altre opere fra le quali “L’ultima cena” di
Remo Brindisi sono esposte nella chiesa di Mamoiada, e nel comune
quadri ad olio di Raimondo Bonamici (fratello di Tonino), pittore di
buon nome che vive a Roma. «Ogni tanto abbiamo pensato a un ente - è il
commento Bonamici -. Donare queste opere è un interesse a livello
storico, divulgativo, con la passione di sempre, da operatore
culturale. Censi, le Via Crucis sono un biglietto di visita». Censi ha
esposto in Italia e all’estero, mostre personali e collettive, entrando
nel gota dei pittori che contano. La sua è una pittura dal cromatismo
forte. Un artista dal forte sentire, nelle “Via Crucis” sposa il divino
all’arte. Adesso a gioire è la comunità parrocchiale di Orune.
BERNARDO ASPRONI