Oristano. Ignazio Manunza si è spento ieri all'ospedale
UNIONE SARDA
Il senatore Ignazio Manunza si è spento ieri mattina all'ospedale dove
si trovava ricoverato da una settimana nel reparto di Rianimazione; le
prime avvisaglie del male nella sua casa al mare, a Funtana Meiga.
Subito soccorso dai familiari, era stato immediatamente trasportato al
San Martino. Nonostante le cure le condizioni sono andate via via
peggiorando fino alla morte. La notizia è circolata immediatamente in
città. Tanti sono accorsi alla camera ardente per stare vicini alla
moglie Adriana e ai due figli Marco e Monica. Fra i primi il sindaco
Tonino Barberio, il presidente della Provincia Pasquale Onida, il
consigliere regionale Oscar Cerchi, l'assessore comunale Paolo Vidili e
provinciale Renzo Coghe, legatissimi a Manunza. Telefonate e telegrammi
di condoglianze sono subito arrivate dalle più alte cariche dello
Stato; fra i primi quelli del presidente presidente del Senato Franco
Marini, il capogruppo di Forza Italia Renato Schifani, Renato
Comincioli vicino di banco al Senato, Beppe Pisanu, Pier Giorgio
Massidda. Condoglianze alla famiglia sono giunte anche dal presidente
del consiglio e della Giunta regionale, assessori, dai parlamentari e
uomini politici che con Manunza avevano condiviso lunghe stagioni di
passione e impegno politico. Ignazio Manunza era uno che si era fatto
da sé, la vita se l'era lottata come era solito sottolineare con
l'orgoglio di chi alla fine l'aveva spuntata. Era nato 66 anni fa a
Silì, famiglia di operai. Studi d'inverno e lavoro d'estate, nei
cantieri siliesi impastava paglia e fango per costruire i mattoni di
"ladrini". In uno dei tanti senza regole e tutele era rimasto anche
vittima di un incidente sul lavoro. Ignazio Manunza però non aveva mai
mollato, preso il diploma di ragioniere da insegnante delle scuole
professionali era passato alla Regione, comitato di programmazione. Ma
la sua grande passione è stata la politica e nella politica l'amore per
la Democrazia cristiana. Schierato con i dorotei di Rumor-Piccoli e
Gava, soprattutto allievo prediletto della nidiata Diccì Anni '70 del
senatore Lucio Abis. Aveva fiuto, abilità e consensi. Al suo paese,
Silì, raccoglieva voti come nessun altro mai, con la Dc imperante
sfiorava il 50 per cento. La sua è stata una scalata determinata e
calcolata: consigliere comunale, assessore e sindaco. Consigliere
regionale e assessore. Senatore, riconfermato nella legislatura appena
iniziata. Venerdì mattina alle 9 sarà aperta la camera ardente nella
sala guidicale del palazzo degli Scolopi. Di pomeriggio alle 16,30 i
funerali nella Cattedrale. A. Masala
24/08/2006
Telefonate e telegrammi di condoglianze sono arrivate dalle più alte cariche dello Stato.

giovedì, 24 ago 2006 Ore. 07.44