Dopo il 25 giugno scorso,
mons. Ignazio Sanna ritorna in cattedrale per presiedere il Mandato ai
catechisti. Ha esordito confessando tutta la sua gioia, unita a una grande emozione, per questo primo incontro "di una certa importanza" nella chiesa madre. Ha poi salutato tutti i catechisti e docenti di religione con un "
Vi do un cordialissimo benvenuto nella casa del vescovo e della comunità diocesana". Dopo l'ascolto della Parola, è seguita una breve riflessione durante la quale ha offerto alcune pennellate suggestive sulla figura e il ruolo di chi è chiamato a svolgere il prezioso ministero di educatore-testimone della fede, rispondendo con generosità all'invito e al mandato della Chiesa. "
Il catechista - ha esordito -
ha il compito di essere un grande promotore di comunione ecclesiale". Ha, poi, proseguito, offrendo ulteriori precisazioni sul servizio che è chiamato a svolgere: "
al catechista non si chiede di essere un esperto di cose di fede ma un inviato che agisce a nome della chiesa; non un ripetitore di formule ma un accompagnatore; non un catechista della dottrina ma della vita cristiana". Così come affermava il grande Romano Guardini, riguardo alla figura del maestro "
che insegna ai suoi discepoli per quello che dice, per quello che fa e per quello che è". Quindi, ha invitato i numerosi
catechisti convenuti a "
non presentare durante la catechesi le problematiche teologiche, questo è il lavoro che compete ai teologi; e neppure vanno esposte le nostre preoccupazioni personali". Ha, infine, esortato tutti alla pazienza e fiducia evangelica. "
Il seme seminato, infatti, come racconta la parabola ascoltata, richiede tempo perché maturi e dia frutto. La pazienza di Dio, deve essere, pertanto, anche la nostra pazienza". Ha concluso la riflessione offrendo come modello e icona per tutti i
catechisti, Maria, la madre del Signore, colei che ha accolto nella mente e nel cuore la parola fattasi carne e l'ha tesimoniata con le parole ma soprattutto con la sua vita, ricca di amore, fede e servizio.
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