Praza de Cresia. In Rete dall'11\06\2006


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Anno 2007

Anno 2006

Diocesi di Oristano. Il decano mons. Zonchello saluta mons. Pier Giuliano Tiddia

VITA NOSTRA 26\2006
Eccellenza Reverendissima, al Suo primo ingresso nella Cattedrale di Santa Maria,il primo di
febbraio 1986, si è elevato solenne il canto gioioso “Te Deum laudamus!” Si è elevato come altre volte, ma con calore, animo e rispondenze diversi. Poiché le circostanze particolari - che l’animo umano sa cogliere e distinguere dalle comuni - danno a fatti e cose comuni,animo calore e rispondenze diversi. E la circostanza che oggi,22 giugno 2006 ci trova qui raccolti è particolare,quasi eccezionale, dopo vent’ anni di ministero pastorale V.Eccellenza ci lascia. E
la preghiera comune ha avuto domenica scorsa una rispondenza nuova di commozione e di
gioia nell’animo dei fedeli che gremivano la piazza della cattedrale; essi con l’ammirazione e
il ringraziamento sono stati - e oggi sono ancora- gli interpreti della venerazione e dell’affetto
dei nostri cuori.Sentimenti anche questi abituali, ma questa volta è stato necessario e doveroso esprimerli in modo particolare.Perché non è possibile che si possa guardare con
animo indifferente a 20 anni di vita trascorsi da Vescovo in una Diocesi.Venti anni non sono pochi nella vita di un uomo e non trascorrono invano, perché l’uomo non può passare attraverso
il tempo senza lasciare tracce, più o meno visibili e durature, del suo operato.Ma nella vita di
un Vescovo, vent’anni hanno un valore particolare, perché il Vescovo è Ministro di Dio, guida
delle anime a Dio per raggiungere la meta che conta. Ma l’una e l’altra finalità non sono il campo esclusivo dell’azione di un Vescovo, perché ciò non significa dimenticare che la persona
umana ha anche altre esigenze,secondarie, è vero,ma reali, e talvolta così vive e pungenti che il non capirle e il trascurarle può compromettere la stessa eterna salvezza. Perciò Gesù glorificò il Padre Celeste con la preghiera costante e insegna con la predicazione la via della salvezza e dell’amore: ma con la sua bontà e i suoi miracoli confortò i sofferenti nel corpo e nello spirito. Non dissimile l’opera del Vescovo che oltre agli interessi prevalentemente spirituali, deve ricordare anche quelli di altro genere, anche se le circostanze non dipendenti da Lui, spesso ne ritardino, diminuiscono o annullino gli effetti desiderati. E’ facile quindi capire quale cumulo di lavoro e di bene è racchiuso in un periodo di vent’anni e come questo necessariamente si riveli, almeno in parte, anche se si è preferito il silenzio all’applauso e si è cercato di lavorare nel nascondimento. Non è mia intenzione dire quanto lei ha fatto in questi vent’anni di episcopio nella Chiesa arborense, non sarebbe facile anche se tentassi. E del resto è inutile tentarlo. Perché di questo periodo siamo testimoni tutti noi presenti. Perché nessuno di noi ignora che l’attività evangelica in una diocesi si impernia in 4 elementi: Clero,parrocchia, collaborazione del laicato, istruzione religiosa. Dove questi elementi non si abbiano o non siano adeguati non è possibile un’azione concreta. Oggi è motivo di orgoglio santo constatare che dal 1986 ad oggi la Diocesi si è arricchita di 38 novelli sacerdoti: e chi tra noi sacerdoti non è più tra i giovani, guarda con serenità al futuro della diocesi perché nei due Seminari, diocesano a Oristano e Regionale a Cagliari, si trovano attualmente 20 seminaristi.Motivo questo di relativa tranquillità anche per tutti i fedeli della Diocesi perché danno la sicurezza che in futuro non mancherà chi si prenderà cura delle loro anime,Perché i futuri sacerdoti, allevati alla scuola di Monsignor Tiddia hanno imparato, con l’amore alla virtù e alle anime, l’amore e la stima verso quelle forme di apostolato che sono il cardine della vita parrocchiale: l’azione cattolica e l’istruzione religiosa, e le missioni religiose.Questi infatti sono stati i temi cari al suo cuore, questi gli argomenti più trattati tra circolari e lettere pastorali, ora raccolti in  tre ampi ed eleganti volumi: questi i campi nei quali V.E. ha lavorato e fatto lavorare. Ma tra i presenti c’è chi ricorda anche altre sue attività. Più d’uno certamente ricorda l’aiuto materiale ricevuto in circostanze individuali e familiari difficili, moltissimi la presenza pronta e generosa tra le famiglie in lutto, tra i carcerati gli infermi, i degenti negli ospedali. Questi ricordi, Eccellenza, sono vivi nella mente e nel cuore di noi tutti, moltissime altre cose che ricordate farebbero comprendere meglio l’Uomo, il Vescovo Tiddia e il suo lavoro, delicatezza e tempo consigliano di tacere. Allo scadere però del XX anno di episcopato, ad una data che segna la tappa di un lungo cammino, non si poteva non rivolgere indietro lo sguardo per rivedere, sia pure molto fugacemente e nelle grandi linee, la strada percorsa. Fu un cammino comune. Comune perché l’oggetto delle sue premure pastorali e della sue fatiche fummo tutti noi,sacerdoti e laici; comune perché tutti, clero e fedeli sentiamo la diocesi come la nostra famiglia e i suoi problemi come nostri; comune, perché spesso, se non sempre, sacerdoti e fedeli abbiamo fatto nostre le ansie di S.E. Giunti perciò ad una tappa così importante di un cammino comune, non potevamo non fare assieme una breve sosta con la celebrazione di questa Eucaristia: rendiamo grazie. Non solo per rallegrarsi con V.E. per le innumerevoli grazie ricevute dalla divina bontà in questi lunghi anni di episcopato, che hanno visto il fiorire e il crescere di tante opere di bene, e per darle il nostro grazie filialmente devoto e sincero; ma anche, e soprattutto, per ripetere al Signore il nostro cantico di lode. Te Deum Laudamus. Al suo successore Mons. Ignazio Sanna l’augurio di poter raccogliere con maggiore abbondanza quei frutti di bene per i quali Lei ha pregato, ha sofferto, ha lavorato con fiducia filiale nella protezione di N.S. del Rimedio.
Angelo Zonchello
Categoria: Rassegna stampa
venerdì, 30 giu 2006 Ore. 19.58

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