Praza de Cresia. In Rete dall'11\06\2006


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Anno 2006

Desulo. La grazia è stata chiesta anche dall'arcivescovo, il "miracolo" otto giorni dopo

UNIONE SARDA
La rinascita del piccolo Gianluca nel racconto di don Casula
«Abbiamo pregato e lui è guarito»
Per chi ha il dono della fede si tratta indiscutibilmente di un miracolo. Per chi non crede nel trascendente solo di fortunata e felice coincidenza. In attesa che il variegato popolo di devoti e miscredenti imbastisca sull'argomento una di quelle dispute buone per passare le interminabili serate di fine estate, il dato di fatto è uno solo: il piccolo Gianluca, arrivato da pochi giorni ad allietare la casa di una coppia di desulesi che abita a Ittiri, è finalmente fuori pericolo. In un certo senso rinato alla vita dopo giorni di sofferenza in una culletta termica di un non meglio precisato reparto di Patologia neonatale. Dopo ore di ansie, pianti strozzati, incubi e preghiere disperate. Quelle passate da genitori, parenti e amici. Tutti sorretti da una incrollabile fede, da una devozione che spesso sconfinerà pure nella credulità ma che è una stampella insostituibile. «Questa è una storia troppo bella perché qualcuno possa strumentalizzarla a fini non proprio edificanti», dice don Valerio Casula, parroco di Desulo. È lui che ha tirato fuori questa storia del miracolo. «E non me ne pento», rivendica. «L'ho fatto soprattutto perché il regalo che abbiamo ricevuto con la guarigione del piccolo Gianluca non venga mischiato con le vicende dei "visionari" del Tascusì». Vecchia storia quella delle centinaia di pellegrini che arrivano da tutta l'Isola e che, periodicamente, assicurano di avere colloqui con la Vergine che si trasfigurerebbe proprio fra i boschi che sovrastano Desulo. Don Casula e l'arcidiocesi arborense (alla quale questa fetta di Barbagia appartiene) non approvano. Neanche adesso che al posto dell'inflessibile monsignor Tiddia è arrivato l'orunese Ignazio Sanna, formatosi per decenni in Vaticano. «La celebrazione nella quale abbiamo pregato per il piccolo Gianluca l'ha presieduta proprio lui - ricorda don Casula - era il 4 agosto, festa della Madonna della neve. Pochi giorni prima avevo ricevuto una piccola ghirlanda dai genitori di questo neonato di origini desulesi, che mi chiedevano di chiedere la grazia per lui. Appena nato i medici gli avevano diagnosticato una malformazione cardiaca, non nascondendo il fatto che fosse in grave pericolo di vita». E così, tra lo stupore dei fedeli che avevano affollato quella Messa in onore della Madonna, don Valerio Casula aveva inserito fra le "intenzioni" quella a favore di questa freschissima vita. «Una preghiera sofferta, alla quale hanno partecipato l'intera comunità e lo stesso monsignor arcivescovo Ignazio Sanna». Nel frattempo il bimbo ha iniziato a rispondere alle cure dei pediatri tanto che, appena otto giorni dopo, la prognosi non era più riservata. Per la felicità di mamma e papà: fedeli ai loro proponimenti, non si sono scordati della Madonna della neve desulese, facendo pervenire a don Casula la lieta novella. «L'annunciata ai fedeli proprio in occasione dell'ottava della festa - ricorda - e in tanti hanno cominciato a parlare di miracolo. Certo, ci sarà qualcuno che, nel caso, dovrà accertare se veramente le condizioni di questa piccola creatura erano così disperate come descritto e se ora il pericolo sia veramente passato. Ma devo confessare che questa è una vicenda positiva, di quelle che riempiono di gioia». Sotto sotto don Casula al miracolo ci crede e non è per niente preoccupato di essere a sua volta scambiato per visionario: «È una questione di fede: noi abbiamo pregato, abbiamo chiesto una grazia, l'abbiamo ottenuta». Sul fronte dell'arcidiocesi di Oristano la prudenza è d'obbligo, non fosse altro perché mancano i testimoni diretti: monsignor Sanna si trova all'estero per gli esercizi spirituali e vi resterà fino al 1 settembre, mentre il suo più stretto collaboratore (don Sanna anche lui) è in alta Italia. E il vicario monsignor Mario Carrus non può che essere vago: «Non conosco la vicenda, se non per sentito dire. Posso solo dire che se un confratello descrive un fatto come quello che sarebbe accaduto a Desulo qualche giorno fa tutti dovremmo interrogarci e cercare di capire. Di più non fatemi dire. Al suo ritorno ci penserà l'arcivescovo». Anthony Muroni

18/08/2006
I genitori del bimbo erano disperati e avevano chiesto la grazia. Il parroco non vuole commistioni con le presunte apparizioni a Tascusì.
Categoria: Rassegna stampa
venerdì, 18 ago 2006 Ore. 09.00

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