Desulo. La grazia è stata chiesta anche dall'arcivescovo, il "miracolo" otto giorni dopo
UNIONE SARDA
La rinascita del piccolo Gianluca nel racconto di don Casula
«Abbiamo pregato e lui è guarito»
Per
chi ha il dono della fede si tratta indiscutibilmente di un miracolo.
Per chi non crede nel trascendente solo di fortunata e felice
coincidenza. In attesa che il variegato popolo di devoti e miscredenti
imbastisca sull'argomento una di quelle dispute buone per passare le
interminabili serate di fine estate, il dato di fatto è uno solo: il
piccolo Gianluca, arrivato da pochi giorni ad allietare la casa di una
coppia di desulesi che abita a Ittiri, è finalmente fuori pericolo. In
un certo senso rinato alla vita dopo giorni di sofferenza in una
culletta termica di un non meglio precisato reparto di Patologia
neonatale. Dopo ore di ansie, pianti strozzati, incubi e preghiere
disperate. Quelle passate da genitori, parenti e amici. Tutti sorretti
da una incrollabile fede, da una devozione che spesso sconfinerà pure
nella credulità ma che è una stampella insostituibile. «Questa è una
storia troppo bella perché qualcuno possa strumentalizzarla a fini non
proprio edificanti», dice don Valerio Casula, parroco di Desulo. È lui
che ha tirato fuori questa storia del miracolo. «E non me ne pento»,
rivendica. «L'ho fatto soprattutto perché il regalo che abbiamo
ricevuto con la guarigione del piccolo Gianluca non venga mischiato con
le vicende dei "visionari" del Tascusì». Vecchia storia quella delle
centinaia di pellegrini che arrivano da tutta l'Isola e che,
periodicamente, assicurano di avere colloqui con la Vergine che si
trasfigurerebbe proprio fra i boschi che sovrastano Desulo. Don Casula
e l'arcidiocesi arborense (alla quale questa fetta di Barbagia
appartiene) non approvano. Neanche adesso che al posto
dell'inflessibile monsignor Tiddia è arrivato l'orunese Ignazio Sanna,
formatosi per decenni in Vaticano. «La celebrazione nella quale abbiamo
pregato per il piccolo Gianluca l'ha presieduta proprio lui - ricorda
don Casula - era il 4 agosto, festa della Madonna della neve. Pochi
giorni prima avevo ricevuto una piccola ghirlanda dai genitori di
questo neonato di origini desulesi, che mi chiedevano di chiedere la
grazia per lui. Appena nato i medici gli avevano diagnosticato una
malformazione cardiaca, non nascondendo il fatto che fosse in grave
pericolo di vita». E così, tra lo stupore dei fedeli che avevano
affollato quella Messa in onore della Madonna, don Valerio Casula aveva
inserito fra le "intenzioni" quella a favore di questa freschissima
vita. «Una preghiera sofferta, alla quale hanno partecipato l'intera
comunità e lo stesso monsignor arcivescovo Ignazio Sanna». Nel
frattempo il bimbo ha iniziato a rispondere alle cure dei pediatri
tanto che, appena otto giorni dopo, la prognosi non era più riservata.
Per la felicità di mamma e papà: fedeli ai loro proponimenti, non si
sono scordati della Madonna della neve desulese, facendo pervenire a
don Casula la lieta novella. «L'annunciata ai fedeli proprio in
occasione dell'ottava della festa - ricorda - e in tanti hanno
cominciato a parlare di miracolo. Certo, ci sarà qualcuno che, nel
caso, dovrà accertare se veramente le condizioni di questa piccola
creatura erano così disperate come descritto e se ora il pericolo sia
veramente passato. Ma devo confessare che questa è una vicenda
positiva, di quelle che riempiono di gioia». Sotto sotto don Casula al
miracolo ci crede e non è per niente preoccupato di essere a sua volta
scambiato per visionario: «È una questione di fede: noi abbiamo
pregato, abbiamo chiesto una grazia, l'abbiamo ottenuta». Sul fronte
dell'arcidiocesi di Oristano la prudenza è d'obbligo, non fosse altro
perché mancano i testimoni diretti: monsignor Sanna si trova all'estero
per gli esercizi spirituali e vi resterà fino al 1 settembre, mentre il
suo più stretto collaboratore (don Sanna anche lui) è in alta Italia. E
il vicario monsignor Mario Carrus non può che essere vago: «Non conosco
la vicenda, se non per sentito dire. Posso solo dire che se un
confratello descrive un fatto come quello che sarebbe accaduto a Desulo
qualche giorno fa tutti dovremmo interrogarci e cercare di capire. Di
più non fatemi dire. Al suo ritorno ci penserà l'arcivescovo». Anthony
Muroni
18/08/2006
I genitori del bimbo erano disperati e
avevano chiesto la grazia. Il parroco non vuole commistioni con le
presunte apparizioni a Tascusì.
venerdì, 18 ago 2006 Ore. 09.00