LA NUOVA
CABRAS.
Questi sono i giorni di San Salvatore. La lunga attesa è finita e i
cabraresi possono iniziare i preparativi per la festa, sicuramente la
più radicata negli animi. Il clou è previsto per sabato e domenica
quando, come vuole la tradizione, “gli scalzi” percorreranno le strade
del Sinis a passo di corsa in onore di San Salvatore e di una
tradizione le cui origini si perdono nel mito. Già, dire che per un
cabrarese la Corsa degli scalzi è solo una corsa sarebbe come affermare
che per un veneziano il carnevale è solo una sfilata di maschere.
Una tradizione antica, quella degli scalzi, sospesa tra storia e mito in cui i protagonisti sono gli uomini di Cabras.
Saranno diverse centinaia i “curridoris” vestiti di un saio bianco che
si riuniranno alle sei e trenta nella pieve di Santa Maria. Giusto il
tempo per ascoltare la messa e i devoti di San Salvatore sfileranno in
processione lungo le vie del paese in direzione di San Salvatore di
Sinis. La corsa vera e propria partirà dalla via Tharros soltanto dopo
la classica raccomandazione del parroco: “Currei in nomine ‘e Deus!”.
La distanza che separa il centro lagunare dalla borgata campestre,
circa otto chilometri tra asfalto e strada sterrata, sarà percorsa
rispettando i crismi di una tradizione vecchia di secoli: la bandiera
indicherà la via e sarà seguita dal simulacro del santo, portato a
forza di braccia dai corridori, e da tutti gli altri scalzi che
contribuiranno a formare un’immagine suggestiva di una festa unica nel
suo genere. Domenica sera, generalmente intorno alle sei e trenta, il
tutto verrà replicato e gli scalzi scorteranno nuovamente il simulacro
di San Salvatore, questa volta in direzione di Cabras.
Lo spirito
della festa è racchiuso tra le case della borgata di campagna.
Difficile spiegare a parole l’atmosfera che si respira in questi giorni
tra le “domigheddas” di San Salvatore. Nonostante le stradine siano
invase da fedeli e turisti parrebbe che l’orologio non scandisca il
tempo e che tutto sia fermo e immutabile. Una sensazione speciale che
entra nella pelle di chi assiste alle tante fasi della festa, dalla
novena recitata in limba alla preparazione dei “curridoris”, dalle urla
di gioia di chi attende i corridori allo sconforto di chi, vestito solo
con il classico saio e i pantaloncini, arranca tra la polvere e i
sassolini del temuto “cammineddu” (la strada sterrata).
Qualche
tempo fa, tra i priori dei gruppi che fanno parte dell’associazione dei
corridori di San Salvatore, si era parlato di una serie di novità che
avrebbero dovuto snellire l’alternarsi degli scalzi nel trasporto del
simulacro del Salvatore. Per il momento le novità parrebbero
accantonate a favore del rispetto della tradizione.
Intanto per oggi è in programma il gran finale della terza edizione de “L’Area Marina è in Festa”.
Alle 10,30 la processione del simulacro di San Giovanni per le vie
dell’omonima borgata marina ed alle 11,00 la messa. A partire dalle 17,
la piazza di San Giovanni, ospiterà la mostra-mercato delle produzioni
locali. Alle 21,30 spettacolo di musica etnica con la fisarmonica di
Mauro Feurra e gli immancabili balli sardi.
Claudio Zoccheddu