circolo di lettura "Enzo Baldoni"


tutto ciò che è scritto è vero ed esiste

...d, e, f...

D(ormire) – Alle dodici meno un quarto (del mattino), quando alle persone che si autodefiniscono “normali” viene fame, a lui viene sonno. Alla una e mezza (del pomeriggio), una certa pesantezza post-prandiale lo fa piombare nel mondo dei sogni. La trova un’esperienza esaltante: sentire le palpebre pesanti, la testa che non ragiona più, avere una nuvola nebbiosa di sonnolenza intorno al capo, vagare per casa sbrigando le (in)utili faccende necessarie, cercando di trattenere la nuvoletta, di non farsi penetrare dalla realtà, dalla vitalità dei familiari, e –finalmente – piombare lungo disteso sul letto, nella camera in penombra, la porta chiusa, il silenzio e l’abbandono completo. Un pezzo di piombo. Morfeo gli svolazza accanto, e poi non sente più nemmeno lui. E’ l'assenza dura, pesante, incosciente, che sembra durare poco, ma in realtà dilata i minuti a sua disposizione. Aspira l’alito del Sonno (padre incestuoso di Morfeo), come fosse una soluzione venosa che lo svincolerà, sia pure per un tempo limitato, dal tempo degli altri. Si trova in una dimensione stazionaria, non si muove né avanti, né indietro. Nel mondo comune, pochi minuti. Nel suo riposo, ore.

E(redità) - Scivolò in camera e strisciò piano sotto il letto, stando attenta a non farsi sentire dalla madre. Cercò invano di evitare i mucchietti di polvere che le solleticavano il naso e che l'avrebbero fatta assomigliare alla Madonna delle lacrime di Siracusa. Si graffiò la spalla e la maglietta contro la rete che sosteneva stanca il vecchio materasso, e sfilò dal suo nascondiglio il prezioso quaderno dove, da mesi, riversava impressioni, atmosfere, pensieri, accadimenti. Sgusciò fuori dalla camera e dalla casa con il quaderno stretto, e si sedette in un angolo dell'orto, nascosta dalle piantine dei fagioli e dei peperoni.
Di colpo si vide: più vecchia di venti, trent'anni, seduta su un letto. Davanti a lei un armadio semivuoto e intorno a lei mucchi disordinati di ricordi e cianfrusaglie, vecchi maglioni, cinture con le borchie fuori moda, un foulard dimenticato, le magliette estive piegate e impilate, i pigiami pesanti da metter via, il cassetto dei fazzoletti spalancato. Stava lì, quella signora così più vecchia di lei, così uguale a lei, e sfogliava con un po' di apprensione e molta nostalgia le pagine del suo prezioso quaderno.
La bambina aggrottò un po' la fronte, morsicò piano la lingua tra i denti, come faceva sempre quando si concentrava, e cominciò a scrivere, al sole caldo, tra le piantine quasi in frutto, proprio come lei. Si impegnò molto. Voleva che la signora che lei sarebbe diventata fosse contenta di quello che lei le avrebbe lasciato.


F(urbizie) – Si credeva molto furbo. Era, forse, davvero tale. Non ci voleva molto. Solo un po’ di organizzazione. Se la moglie preparava il sugo (cipolla sedano carota da tritare e via così), sapeva di avere almeno sette minuti di assoluta tranquillità. In sette minuti chiudeva la porta dello studio (con la scusa del puzzo di fritto), apriva Internet, mandava un messaggio al suo amore segreto, controllava se c’era posta e chiudeva. Quando lei andava a prendere il giornale, aveva parecchi minuti in più, anche se usciva in bicicletta e l’edicola era vicina. Il sabato e la domenica si offriva lui, e la tirava per le lunghe, lei lo pensava con qualche amico della squadretta di calcio, lui se ne andava al  parcheggio della stazione a telefonare all’altra. Un amico, che di queste cose se ne intendeva, gli aveva consigliato di inserire l’avviso di chiamata, così che il telefono suonasse sempre libero. La sera, lei si addormentava davanti alla televisione, lui correva in studio a leggere le mail appassionate e a scriverne le appassionate risposte. Poi chiudeva Pc, modem, corrente e tornava in sala. Si inventò ricerche di mercato che lo portavano fuori città. Si iscrisse a un corso di formazione professionale finanziato dal Fondo Sociale Europeo, e lo frequentò a casa dell’altra.
Era così impegnato a essere furbo, che, quando tornò a casa e scoprì che la moglie, tranquilla, lo aveva appena abbandonato per un altro, ebbe un momento di puro smarrimento. Di sorpresa. Poi prese la scheda del cellulare, e la distrusse. Cambiò subito indirizzo mail. Si sdraiò sul divano con le scarpe, incrociò le mani dietro la nuca e dette in un respiro di beatitudine.
Finalmente solo.

Categoria: chiacchiere
martedì, 31 ott 2006 Ore. 09.21
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