In un tempio della lontana Birmania si adorava una dea tutta d’oro con gli occhi color zaffiro.
Qui i monaci vivevano in pace e serenità con i loro cento gatti bianchi .
Un giorno il tempio fu invaso da predoni che ferirono mortalmente il Gran Sacerdote ed il suo fedele gatto Birmano si accucciò sopra di lui rivolgendo lo sguardo alla divinità del tempio stesso.
Mentre ciò accadeva, il suo mantello divenne dorato e gli occhi blu, quando si voltò verso la porta del tempio le sue zampe si tinsero di marrone ad eccezione delle zampe posteriori ancora appoggiate sul padrone morente le quali rimasero bianche candide.
Guidati dallo sguardo del gatto ancora rivolto alle porte del tempio, i monaci si precipitarono a chiuderle, salvandosi così dal saccheggio e dalla distruzione.
Il gatto restò con il suo padrone, e morì sette giorni dopo di lui; quando i monaci si riunirono per eleggere il nuovo successore dle sacerdote videro accorrere tutti i gatti del tempio trasformati nelle sembianze di Sinh, il gatto Birmano del sacerdote defunto.
Da questa storia il nome della razza, GATTO SACRO DI BIRMANIA.