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Appunti di viaggio – Parte 1 – Zurigo

Finite le ferie e iniziato a mettere a posto qualcosa (anche se ho mezza valigia ancora da disfare), ho pensato di raccontarvi qualcosa del viaggio appena concluso.
Nulla di particolarmente originale, per carità, ma qualche nota su cose carine o gradevoli che ho visto.

Inizio con Zurigo.

Quando siamo arrivati in Svizzera, in treno, abbiamo subito iniziato ad apprezzare i meravigliosi laghi e monti che circondavano i binari. Vedute alla Heidi e case con fiori, pareva di stare già chissà dove. Una punta di invidia per le persone che abitano al confine.

Tra le altre cose, meno romantiche, abbiamo apprezzato il personale del treno che ripuliva l’eventuale immondizia con le vetture ancora nel pieno del viaggio.

Una volta in stazione, con il fido HTC dotato di Garmin Mobile XT e relativa antenna GPS, ci siamo avviati alla ricerca di Europcar.
Se i miei capelli bicolore possono sembrare strani o non adatti per il lavoro che faccio, quando ho visto la signora sulla 50ina con tanto di ciuffone fucsia su capelli castani ho avuto un guizzo di felicità. Nei giorni successivi, anche extra Street Parade, abbiamo potuto notare – e apprezzare – come l’essere “straordinari” è piuttosto ordinario, anche per gli impiegati agli sportelli.

Tralasciando il discorso hotel, passiamo alla prima attività assurda che ho gradito fare quando capitava: vedere programmi in tedesco (di cui non capisco un’acca). Tra Scrubs, Simpsons, Streghe e chissà che altro, ho salvato però un breve video di Bud Spencer e Terence Hill. Che strano! (Da che film è tratto?)

Passiamo al lato più da turisti.

Auto, strade, guida. Un argomento interessante e pieno di spunti:

-          I limiti vanno rispettati davvero. Anche i 50 km/h in centro città. Ci sono autovelox dovunque. E fotografano, eh! Ci sono i red-come-si-chiamano… photored? Si, insomma, anche i semafori sono controllati tantissimo.

 

-          I semafori fanno tanto effetto grand prix. Tra il rosso e il verde si accende sempre l’arancione, sia per lo stop che per la partenza. Ho notato che ci si ferma con l’arancione, ma anche si parte. La quantità di semafori presente a Zurigo fa sembrare Milano una città per guide rilassanti.

 

-          I segnali stradali non sono, ovviamente, quelli conformi agli standard UE. Rivedere i divieti di svolta mi ha fatto scendere una lacrimuccia.

 

-          Zurigo è strapiena di parcheggi. L’inghippo dei parcheggi su strada è quello di costare poco ma di avere una durata massima limitata, di solito, a 2 ore. Quelli coperti, di solito sotterranei (anche 5 o 6 piani), sono a tempo indefinito, ma costano anche un botto. (Per la prima volta mi sono vista salassare di 35 franchi per poche ore di sosta. Nemmeno a Venezia avevo visto tanto)

 

-          Per i parcheggi con parcometro, leggete bene prima di pigiare tasti a caso. Una stessa macchinetta gestisce più posti, contrassegnati da un numero sul marciapiede. Non mettete soldi e poi pigiate il posto sbagliato, avrete regalato ore di sosta a un altro.

Francis e la vetrina

Nella foto, Francis che osserva una vetrina e, nello sfondo, un nostalgico "divieto di svolta a sinistra".

Ristoranti, cibo, locali notturni.

-          Non abbiamo fatto grande vita notturna a causa delle sfacchinate giornaliere, ma una cosa è certa: non trovavamo mai un locale aperto o con la cucina aperta dopo le 22-22.30 se non nel centro-centro-centro.

 

-          La prima sera abbiamo cenato in un ristorante marocchino con delle cose strane, piccanti ma buone. Non possiamo dire di aver iniziato comunque col piede giusto, parlando di vacanza svizzera.

 

Zurigo - Caffè marocchino

 

-          Al quarto giorno di cene frugali offerte dai pietosi camerieri delle ventitré abbiamo iniziato a beccare ristoranti e gelaterie aperti si, ma che minavano il portafoglio (es: 2 coppe gelato con 2 palline: 15 euro). Consiglio, andate in zona lago o centro storico, ci sono locali a bizzeffe, con vari tipi di cucina e - per chi volesse - molti di italiana.

 

-          La cucina svizzera è un misto tra italiano e tedesco, tutto condito sempre da orride (per me) salse di ogni genere e con gusti più agri che dolci. Tipo questa insalata qui di seguito: carina, con verdure interessanti... ma quella roba sopra aveva un saporaccio. Non voglio sapere che c'è dentro quella salsetta, se sapessi che c'è maionese vomiterei ora per allora.

 

Insalata svizzera

 

-          Sorseggiare da soli una birra fissando un punto indefinito, con le mani sotto al mento e i gomiti poggiati sul tavolo, è normale. Anche ordinarne un’altra e fare lo stesso per il successivo quarto d'ora è normale. La birra costa meno che in Italia, anche in locali costosi, ed è molto più buona.

 

-          Si usano i franchi svizzeri, i soldi più belli del mondo. Occorre contare (a spanne) il 70% della cifra, per sapere a quanto corrisponde in euro.

 

(to be continued...)

Categoria: Turismo
martedì, 18 ago 2009 Ore. 23.31
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