Carlos Mendy, 50 anni, originario del Senegal, è il presidente della comunità delle famiglie cattoliche africane presenti a Marsiglia. Giunge a
Marsiglia nel 1979 come studente di diritto e si scrive all'Università di Aix-en-Provence,
lasciando in patria la moglie e i due bambini. Dopo un paio d'anni abbandona gli studi e riesce a trovare un lavoro, evitando in tal modo di dover ripartire per il Senegal. Nel 1987 la moglie lo raggiunge
con i bambini. La famiglia nel mentre cresce e si arricchisce di altri 4 figli. Molte le difficoltà sperimentate da Carlos nei suoi 27 anni in Francia ma anche tante le soddisfazioni di vivere in una città che ha saputo offrirlgli un lavoro e soprattutto un futuro per sè e per la sua famiglia. "Sono 800 i nuclei familiari cattolici africani presenti in città - ci dice - e da circa 8 anni sono onorato di essere il loro Presidente. La nostra associazione esiste dal 1936 e, proprio quest'anno, ci apprestiamo a festeggiare i primi 70 anni". Un bel traguardo di cui Carlos va fortemente orgoglioso. "Come comunità ci incontriamo una volta al mese, si condivide la giornata e alle 11 ci raduniamo per celebrare l'eucarestia, che non dura meno di un'ora mezza. Ci teniamo a sottolineare la nostra fede col canto, la musica, la danza e l'offertorio. E' un momento unico e speciale nel quale viviamo fortemente la nostra identità africana e di apparteneza alla chiesa cattolica. A Marsiglia i senegalesi si trovano très bien - continua
Carlos -. Dakar e Marsiglia, infatti, sono gemellate da tempo, e di conseguenza i contatti e gli scambi culturali sono molto forti". Ogni anno il comune, a partire dalla Guerra del Golfo del 1990, organizza la manifestazione
Marseille Esperance, durante la quale tutte le principali comunità religiose si riuniscono, dapprima attorno al sindaco
Robert Vigouroux, e ora Jean-Claude Gaudin per discutere insieme e affermare, ogni volta che la situazione lo esige, la loro volontà di vivere insieme nella pace e nel rispetto delle specificità di ciascuno. I responsabili armeni, buddisti, cattolici, ebrei, musulmani, ortodossi, greci e protestanti hanno stabilito un autentico parteniarato di forze spirituali, comunitarie e culturali della città. Un modo che aiuta le comunità a vivere le rispettive differenze come ricchezze da condividere. In questo contesto - continua Carlos - ci siamo inseriti anche noi offrendo le nostre tradizioni culturali. Un modo incredibile per farci conoscere e gettare ponti con
Marsiglia". Carlos non si sottrae dal rispondere alla domanda su come vivono le nuove generazioni il sapere che le loro radici sono in Africa ma i loro modelli di vita sono occidentali. "I nostri figli si sentono come smarriti. Si chiedono di continuo: chi sono io? Le loro radici sono altrove, e allo stesso tempo sono immersi in un contesto che in molte cose è in contraddizione con quanto viene loro trasmesso in famiglia. Sentono forte l'esigenza di stringere contatti con i paesi d'origine per capire di più la loro storia, le loro tradizioni, per capirsi nel profondo del loro essere, della loro anima africana. Anche per questo la comunità delle famiglie cattoliche africane sceglie ogni anno di investire nella solidarietà. Ciascuna famiglia, infatti, mette mano al portafoglio e quanto viene raccolto si invia ad un paese africano. E' un modo concreto per non dimenticare le nostre radici e di esprimere concretamente come il nostro cuore non dimentica da dove è venuto e quel che ha ricevuto".
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