La Lega nord e le "case chiuse"
Diverse forze politiche, come la Lega nord e gruppi della Sinistra, stanno promuovendo l'abolizione di alcune parti della Legge Merlin. A mio avviso, questi politici farebbero bene a leggere il libro "Lettere dalle case chiuse" a cura di Lina Merlin e Carla Berberis (quest'ultima era la moglie di Sandro Pertini).
Le lettere pubblicate in questo libro furono scritte dalle ragazze che si prostituivano nelle cosiddette “case chiuse”: sono lettere che offrono tanti elementi per capire il fenomeno della prostituzione visto da chi lo viveva sulla propria pelle. Si apprende, ad esempio, come le ragazze venivano reclutate: la maggior parte di esse proveniva da situazioni di disagio sociale (orfane, con un esercito di fratelli minori da sfamare, violentate, e altro ancora); si parla anche dei controlli sanitari che erano praticamente inesistenti, e molte ragazze avevano la sifilide (e questo è anche oggi - che viviamo nell'era dalla malasanità - un argomento molto importante visto che il 60% dei cosiddetti "clienti" rifiuta il preservativo).
Per quanto riguarda i clienti, si parla di giovani "infoiati", ma anche di "vecchi sporcaccioni" che nel segreto delle camere facevano quello che volevano con la donna appena acquistata.
Man mano che una donna avanzava con l'età doveva sottostare a rapporti sempre più umilianti per garantirsi dei clienti.
Inesistenti erano anche i controlli delle forze dell'ordine (i poliziotti che andavano a fare i controlli approfittavano anche loro delle ragazze "regalate" dai tenutari delle case).
In questo libro i tenutari delle "case chiuse" vengono descritti come farabutti che si arricchivano sul corpo delle donne. Una ragazza, ad esempio, sottolinea come il padrone della casa tiene soldi, pellicce, auto, e noi ragazze patiamo la fame, abbiamo la sifilide e nessuno ci vuole bene.
Alcuni esponenti della Lega nord sottolineano che le ragazze si pagherebbero, in questo modo, anche la pensione, senza sapere che al tempo della senatrice Merlin le ragazze che arrivavano a 35-36 anni ricevevano un calcio nel sedere dai tenutari che ricercavano ragazze giovani, carine e soprattutto ingenue. Ed una volta uscite da una "casa chiusa" la stragrande maggioranza di queste donne (molte avevano anche uno o più figli) andavano incontro alla miseria più nera.
Molti sono convinti che oggi i tempi sono cambiati rispetto al 1958... davvero? Dovunque ci giriamo si parla di malasanità, di corruzione dei pubblici ufficiali, di malagiustizia, di istituti previdenziali che hanno difficoltà a pagare le pensioni, di ingenti somme ricavate con le tasse e sprecate per mantenere la casta dei politici e per realizzare opere inutili, e altro ancora.
Un ultimo pensiero: la donna che si prostituisce non perde solo la propria dignità, ma inficia tutta la figura femminile.
giovedì, 29 ago 2013 Ore. 13.36
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