Un parallelo tra libro e film: Il bacio di una morta di Carolina Invernizio
di Lorena Carpentieri - Circolo Rispoli
IL LIBRO "Il bacio di una morta" di Carolina Invernizio
Il romanzo è del 1886, dette la celebrità a Carolina Invernizio, della quale fu il quinto pubblicato. (Titoli con nomi e ruoli di donne, per lo più, “naming roles”)
Composto di tre parti: “la morta viva”, “IL romanzo di Clara” e “La rivincita”, più il seguito La vendetta di una pazza”.
Romanzo popolare e di massa, dal linguaggio descrittivo ridondante.
Rispetto al romanzo popolare, questo è un romanzo d’appendice, col ritmo cadenzato delle puntate a effetto. Quasi un tricolore: giallo per la suspense, appunto, noir per il delitto o tentato delitto (come qui che la morta è viva) e rosa per i ritratti femminili. Sulle donne della Invernizio, ci siamo confrontate nel Circolo di lettura: angeli o demoni, prive di vita propria, se non in subordine all’uomo. Realizzate nel matrimonio e nella maternità, sono custodi di segreti inconfessabili, salvano la famiglia e, così, la società tutta, che pur le mortifica ogni giorno.
La bionda, fragile e ricca Clara è sposa felice del conte Guido Rambaldi, ma non può rivelargli di avere un fratello nascosto, Alfonso, figlio della colpa della madre di lei, che le lascia una lettera, contenente il segreto.
Alfonso, conosciuta la sorella, sembra amarla incestuosamente (il bacio del titolo sembra quello del principe azzurro a Biancaneve per svegliarla, non a caso una fiaba).
Guido sospettoso e fedifrago cade nella rete di una amante diabolica, Nara di nome e quasi nera di carnagione, che fa perdere la testa non soltanto a lui. La moglie, invece, è Chiara d’incarnato e d’indole. In questo rimpallo di nomi e colori, c’è anche la Dama Nera, ovvero Clara, che si maschera a fine romanzo e smaschera Nara, che impazzisce.
Guido evita il carcere; perdonato e riaccolto in famiglia, vi ritrova moglie e figlia.
IL FILM “Il bacio di una morta” di Carlo Infascelli
Il film del 1974 è l’ultimo diretto da Carlo Infascelli. Coevo di altri film tratti dai romanzi della Invernizio (“La sepolta viva” con Agostina Belli).
Altra versione risale al 1949, per la regia di Guido Brignone, specializzato in opere di genere (feulletton).
Film popolari e di successo, incentrati su dialoghi e immagini statiche.
Rispetto ai fotoromanzi, fortunato genere tra gli anni ‘40 e ‘80, questi film ne sono l’equivalente in movimento.
Primi piani curati come fotografie a colori, ricercati costumi d’epoca.
Da notare l’indicazione di genere “horror” per tale film, mentre la versione teatrale omonima, del 1998, a cura di Antonella
Caruzzi, reca il sottotitolo “Divertimento in tre tempi per narratore, pianoforte, figure”. Dove le figure stilizzate e caricaturali, come i caricaturali sono i personaggi del libro e del film, sono basate su ottimi disegni di Altan.
Nel film Alfonso è Andrea, Clara lo ama senza sapere che è suo fratello. Quando lo scopre, sposa Guido.
L’amante non è la scura Nara, ma una Yvonne dai capelli rossi. Manca anche la Dama Nera, ovvero Clara non si maschera, ma nel processo finale la sua presenza stessa discolperà il marito. Condannata a 30 anni di prigione per il tentato omicidio di lei, la sola amante. La giustizia non fa giustizia, ripara.
Due parole sulla serialità, televisiva e non, dai racconti di Sherazade in poi. La soap opera, nata a puntate radiofoniche e approdata alla TV USA. La fiction seriale, affianco alla fiction di media lunghezza. A puntate, anche la telenovela latino-americana, che però poi finisce. La fidelizzazione del pubblico ora caratterizza molti film e la pubblicità.
Morale: Le mille e una … puntata!
Link
La trovatella di Milano di Carolina Invernizio
http://www.braidense.it/dire/trovatella/trovatella.shtml