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Smau: nel 42% dei casi l'Ict è immatura

Le prime anticipazioni del rapporto presentato nel convegno di apertura della manifestazione milanese

 

Mentre fervono i preparativi per l'edizione 2008 di Smau (15-18 ottobre Fieramilanocity) arrivano le anticipazioni riguardo le indagini che la School of management del Politecnico di Milano presenterà in occasione della rassegna milanese.

Numeri che indicano come l'innovazione tecnologica non sia quasi mai la parola d'ordine in una piccola o media impresa, oppure non sempre le buone intenzioni sono seguite dai fatti, come nel caso delle imprese di grandi dimensioni.

Nelle Pmi, infatti, appena il 16% delle imprese ha attivato infrastrutture Ict “evolute”. Ancora il 29% utilizza infrastrutture “embrionali”, mentre il 55% si trova in una fase di transizione, con sistemi aggiornati ma ancora non completi o coerenti. Andando ancora più a fondo e analizzando il livello di “maturità Ict” (evoluzione delle imprese in termini sia di evoluzione sia di patrimonio applicativo) emerge che solo il 12% delle imprese è lungimirante (è solitamente presente una direzione It e la spesa It è elevata), il 21% è impostata (ottima maturità applicativa, ma con necessità di interventi di razionalizzazione o di sviluppo adeguato del portafoglio applicativo), il 25% è statica (buona maturità applicativa ma infrastrutture elementari) e ben il 42% è “immatura” (il supporto informatico è limitato alle attività veramente essenziali laddove non del tutto assente).
Solo una impresa su quattro ha un responsabile It e la spesa It è molto ridotta. L'ago della bilancia è quindi puntato sulla “transizione”, che non esclude però uno scenario di stagnazione nell'attività e nella produttività del sistema Italia.

In questo quadro generale se il Veneto occupa il gradino più alto in termini di investimento in Ict - 1.100 milioni di euro nelle imprese fino a cinquecento addetti (fonte: School of Management del Politecnico di Milano per Smau Business Padova 2008) - e il Nord-Ovest spende in tecnologie circa 950 euro per addetto contro una media italiana di 800 euro, la media europea è di almeno il doppio.

Attualmente i settori più attivi nell'innovazione tecnologica sono proprio quelli in cui l'infrastruttura Ict gioca un ruolo determinante: telecomunicazioni, media, informatica, servizi bancari e assicurativi o anche settori all'interno del manifatturiero - che nel complesso non eccelle - come la chimica, la gomma e la plastica che devono confrontarsi nella gestione al controllo di processi complessi. Fanno da eco negativa la sanità, l'istruzione, gli enti locali, il turismo, gli alberghi, i ristoranti e le costruzioni.

"Certamente - ha dichiarato Pierantonio Macola, Amministratore Delegato Smau - nelle imprese con oltre 250 addetti l'allineamento delle It al business è molto più avanzato. A differenza delle Pmi, dove è un'eccezione trovare imprenditori illuminati che vedono le tecnologie come strumento e non come spesa, in tale contesto le Ict sono ormai sempre più attività di supporto e sempre meno attività chiave".

"Ciò emerge anche - ha continuato Macola - dalle prime anticipazioni del Rapporto annuale sull'adozione delle Ict in Italia da parte delle imprese e delle Pubbliche Amministrazioni, realizzato dalla School of Management del Politecnico di Milano e che sarà presentato in esclusiva durante il Convegno di apertura di Smau 2008 il 15 ottobre. Tutti i responsabili funzionali intervistati sono coscienti e convengono sulla necessità che ogni funzione debba essere supportata dalle It. L'attenzione si sposta quindi dalla percezione all'adozione. E sorprese e novità arriveranno su tutti i fronti".

Categoria: News
mercoledì, 17 set 2008 Ore. 13.28

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