Ieri sera, 29 agosto 2006, siamo giunti presso l'Istituto dei sacerdoti diocesani di Schönstatt (Germania). Ad accoglierci mons.
Peter Wolf e Hermann Gebert, direttore ed ex direttore dell'Istituto. Dalla loro viva voce abbiamo ascoltato una testimonianza di prima mano sulla figura e l'opera del padre fondatore Josef Kentenich (1885-1968) e al contempo abbiamo visitato l
a culla del movimento:
il Santuario originale, luogo di preghiera e di fede perenne, consacrato a Dio in onore della Vergine Maria, la tre volte Ammirabile. Qui, in questo spazio santo, il fondatore ha avuto l'ispirazione e ha dato vita al movimento, ormai diffuso in molte parti del mondo. Molte le sofferenze patite da
padre Kentenich, a partire dall'arresto e dalle privazioni patite nel campo di concentramento di Dachau (1942 -1945), all'esilio per 14 anni, lontano dalla sua cratura, a Milwaukee (USA) dal 1952 al 1965. Poi il rientro, insperato e provvidenziale, grazie a un telegramma misterioso che lo invitava, di nuovo, a far rientro a Roma. Giunge finalmente a Schönstatt nel 1965 e vi resta sino alla sua morte. Il 15 settembre 1968, infatti, subito dopo aver celebrato la messa, esala il suo
ultimo respiro nella
sacrestia della chiesa della
Santissima Trinità. Dal 1975 è stato intrapreso il processo di canonizzazione.
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